Che cos’è ethereum: come funziona questa criptovaluta, qual è la sua storia e tutto ciò che ti serve sapere su ETH

Ethereum è sicuramente la criptovaluta più conosciuta al grande pubblico subito dopo bitcoin e stabilmente tra le prime cinque altcoin per capitalizzazione di mercato (attualmente è la seconda cripto subito dopo BTC); nata qualche anno fa su iniziativa di Vitalik Buterin (un giovane sviluppatore russo ma residente in Canada) con il lancio della prima versione della piattaforma il 30/7/15 e portando a compimento un progetto che era iniziato almeno due anni prima, ethereum si impone da subito sul mercato come una delle innovazioni più interessanti nel mondo delle criptovalute sia dal punto di vista dell’operatività (possibilità di scrivere facilmente smart contracts e Dapp), sia da quello del mining (mentre i costi di estrazione di bitcoin continuavano a crescere ethereum veniva infatti percepita sempre più come la cripto più profittevole da minare). Nonostante si parli tanto di questa criptovaluta in giro pochi la conoscono veramente, in questo articolo vogliamo quindi tentare di riprendere tutta la storia di ethereum sin dalla sua nascita, approfondendo le tematiche relative al suo funzionamento e alla sua utilità e scoprendo quali sono i potenziali punti deboli di questa cripto per fornire ai nostri lettori un punto di vista completo sulla creatura di Vitalik.

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Storia della nascita di Ethereum

Come accennato la prima versione della piattaforma viene lanciata nell’estate 2015, Buterin però aveva avuto l’opportunità di presentare la sua idea già nel 2013 con la presentazione di un WhitePaper in cui sosteneva la necessità di sviluppare un nuovo linguaggio di scripting per lo sviluppo di applicazioni su blockchain; sulla base di questa prima istanza nasce l’idea di una nuova criptovaluta al cui team di sviluppatori collaborano anche Mihai Alisie, Anthony Di Iorio e Charles Hoskinson che a partire dal dicembre 2013 iniziano a dare fisicamente vita all’idea attraverso una società Svizzera, Ethereum Switzerland GmbH, cui segue la nascita di una fondazione senza scopo di lucro (la Fondazione Ethereum, sempre con sede in Svizzera). Le prime versioni del software in linguaggio Go e in linguaggio C++ vengono rilasciate nel febbraio 2014 mentre nel bimestre luglio-agosto 2014 il progetto viene finanziato attraverso bitcoin con un crowdsale pubblico online. Il 30 luglio 2015 viene lanciata la prima versione della piattaforma (versione Frontier), ed è quindi questa la data in cui possiamo far cadere ufficialmente la nascita di ETH.

Cos’è e come funziona Ethereum

Ethereum è una piattaforma open source di distributed computing pensata non solo per consentire il trasferimento di valore secondo i principi tipici di bitcoin (una valuta P2P, quindi) ma per consentire di creare, pubblicare e gestire smart contract con la stessa filosofia; se BTC è sostanzialmente un database decentralizzato ETH è una piattaforma di computing decentralizzato (vedremo meglio più avanti le sue caratteristiche). Ethereum, quindi, permette ad ognuno di scrivere applicazioni decentralizzate stabilendo in perfetta autonomia le regole per la proprietà, i formati delle transazioni e le funzioni di transizione di stato; più specificatamente possiamo affermare che su ETH è possibile costruire tre tipi di applicazioni differenti:

– Applicazioni finanziarie: per mezzo delle quali gli utenti hanno diversi modi di gestire i contratti attraverso l’uso del proprio denaro (sub-monete, derivati finanziari, contratti di hedging, libretti di risparmio, etc).

– Applicazioni miste: come per esempio per mediare la prestazione lavorativa; in questo caso è quindi si coinvolto il denaro, ma c’è anche un lato non monetario a comporre questa “transazione”.

– Applicazioni non finanziarie: come nel caso del voto online e del governo decentralizzato

La rete P2P di ethereum permette quindi di sviluppare e gestire queste applicazioni utilizzando la potenza computazionale della rete stessa e retribuendo i partecipanti con la criptovaluta nativa (Ether, ETH); ETH è quindi sostanzialmente un token utilizzato sulla piattaforma per gestire lo scambio di valore sulla blockchain mentre per ottimizzare le risorse della rete in modo proporzionato rispetto alle richieste viene sfruttato un meccanismo di determinazione dei prezzi delle transazioni interne (chiamato GAS) che permette, tra le altre cose, anche di ridurre lo spam e allocare in maniera razionale le risorse sulla rete.

La Virtual Machine EVM di Ethereum

EVM non è altro che l’acronimo di Ethereum Virtual Machine, si tratta in pratica del motore di ethereum, l’ambiente di runtime che consente lo sviluppo e la gestione degli smart contract; la macchina virtuale di ethereum è un sistema “turing complete” che permette di sviluppare applicazioni utilizzando i comuni linguaggi di programmazione (citiamo ad esempio JavaScript) che verranno poi successivamente elaborati sulla EVM (che risulta completamente separata dalla rete).

Cosa sono gli smart contracts

Sostanzialmente gli smart contracs sono dei “programmi” scritti utilizzando i più comuni linguaggi di programmazione che vengono poi compilati in EVM per essere implementati ed eseguiti sulla blockchain Ethereum. Scrivere uno smart contract non è quindi nulla di particolarmente complicato, il problema è scriverlo nella maniera giusta evitando la presenza di bug; il rischio che si corre, essendo gli smart contracts sostanzialmente pubblici, è che una volta emerso un buco di sicurezza questo possa essere sfruttato da malintenzionati con esiti anche disastrosi dal momento che correggere questo genere di errori è tutt’altro che rapido e immediato.

Dapps: applicazioni decentralizzate su blockchain ethereum

Dapp significa molto semplicemente “applicazione decentralizzata” si tratta quindi di app che sfruttano la blockchain ETH e gli smart contract per funzionare; alcuni esempi tipici di come possano essere utilizzate le Dapps sono gli algoritmi di firma digitale, la gestione dei diritti digitali, il crowdfunding, i giochi d’azzardo online, le piattaforme di social media, gli scambi finanziari e i sistemi di identità. Si tratta, in altre parole, di software progettato per stare su internet senza il controllo di un’entità centrale; in pratica una Dapp è molto simile a un’applicazione web tradizionale in cui il front end utilizza la stessa identica tecnologia per restituirci un’immagine della pagina di destinazione ma che, invece di avere un’API che si connette a un database, funziona attraverso uno smart contract che si connette a una blockchain.

Lo scandalo DAO e la nascita di ETC

Iniziamo subito col dire che DAO è l’acronomio inglese di decentralized autonomous organization, che tradotto in italiano significa appunto “organizzazione autonoma decentralizzata”; si tratta in pratica di un’organizzazione il cui regolamento è codificato come un programma per computer, sotto il controllo diretto degli “azionisti”, trasparente e non influenzata da un governo centrale. Nel 2016 nasce l’idea di The DAO, un fondo di venture capital che aveva appunto lo scopo di raccoglie capitali per finanziare progetti che, dopo essere stati preliminarmente valutati da un comitato ad hoc e sottoposti a votazione degli holders di DAO token, avrebbero potuto ricevere dei capitali offrendo in cambio agli investitori una partecipazione agli utili. L’idea ebbe un grande successo arrivando a raccogliere la bellezza di 150mln di dollari nel maggio del 2016 e perdendone però subito circa la metà (70mln di dollari nel giugno 2016) a causa di un attacco informatico che riuscì a violare l’indirizzo ETH sul quale i fondi raccolti erano custoditi. Il problema venne gestito con una certa urgenza e già un mese dopo, nel luglio del 2016, fu deciso, a seguito di un voto, di implementare un hard fork nel codice Ethereum e di spostare gli Ether sottratti durante l’attacco in un nuovo smart contract di modo da poterli così restituire agli utenti a cui erano stati rubati; questa idea però minava alla base il concetto di immutabilità della blockchain per cui la comunità di ethereum si spaccò sostanzialmente in due dando vita all’hard fork che porterà alla nascita di Ethereum Classic (ETC).

I problemi di Ethereum con la SEC

Lo scandalo The Dao ha fatto accendere i riflettori della SEC sulla blockchain ethereum in particolare per quanto riguarda la possibilità di ricondurne il funzionamento a una security (obbligazione in italiano); quello che l’ente federale di controllo delle società quotate in borsa (la SEC appunto, equivalente della nostra CONSOB) si domandava è se fosse possibile (e corretto anche) ricondurre questa situazione nell’ambito di applicazione della “securities law”, equiparando quindi la raccolta fondi di The DAO all’attività di collocamento di strumenti finanziari. A sostenere la possibilità di un’interpretazione della SEC che si muovesse in questa direzione c’era il fatto che eravamo in presenza di un investimento effettuato nella speranza di ricavare profitti dagli sforzi imprenditoriali di terze parti. Con questi dubbi arriviamo al 25 luglio 2017 data in cui la SEC ha pubblicato un rapporto sulle ICO (acronimo inglese di Initial Coin Offering, offerta iniziale di monete in italiano) e le DAO (i due principali mezzi non regolamentati di crowdfunding nel settore finanziario), nel quale conclude che i token DAO venduti sulla blockchain di Ethereum sono titoli e quindi passibili di violazioni delle relative leggi vigenti negli USA. Tutto questo ha però aperto la strada alla possibilità che ETH stessa possa essere equiparata a un’obbligazione anche perché, come abbiamo già avuto modo di spiegare, la fondazione ethereum si è finanziata lei stessa sulla base di una grossa raccolta fondi (quella di luglio/agosto 2014); la questione a tutt’oggi è ancora molto complicata e ben lungi dal potersi considerare completamente chiusa e questo nonostante ci siano diverse pronunce che sembrano suggerire che la SEC non è in alcun modo intenzionata ad equiparare ETH a una security nel prossimo futuro.

Conclusioni

Ethereum è nata con lo scopo dichiarato di voler rappresentare una piattaforma di sviluppo software per applicazioni decentralizzate ed è proprio per questo che la sua blockchain risulta sensibilmente più veloce dal momento che sono diverse le esigenze a cui deve far fronte rispetto a bitcoin. Ma mentre per quanto riguarda bitcoin la sua supremazia sul mercato sembra essere ancora molto lontana dall’essere messa in discussione lo stesso non si può affermare per la creatura di Vitalik; negli ultimi anni, infatti, sono nate diverse piattaforme che si contendono proprio con ethereum le funzionalità di creazione e gestione degli smart contracts, delle Dapps e delle ICO, per cui quello cui stiamo assistendo è una sorta di battaglia tecnologica per la supremazia delle varie piattaforme presenti sul mercato. In questo scenario lo scandalo The DAO insieme con le attenzioni che la SEC sta riservando ad Ethereum mettono, nel lungo periodo, questo progetto in una condizione di svantaggio rispetto a quelli che sono i suoi maggiori concorrenti; posto che io stesso sono abbastanza concorde con chi afferma che ETH non verrà mai equiparata a una security dalla SEC, la questione che diventa cruciale nel lungo periodo riguarda invece la possibilità che una tra quelle che oggi sono considerate le migliori alternative ad Ethereum possa emergere nel prossimo futuro come la blockchain capace di calamitare le attenzioni di tutti quegli sviluppatori e investitori che fino ad oggi avevano prediletto ETH per i loro progetti. Se quindi nell’immediato siamo ancora in una fase nella quale c’è spazio grosso modo per tutti, in un’ottica di tempo più grande (ad esempio 10 anni) è facile immaginare che solo pochi di questi progetti riusciranno a rimanere sul mercato mentre gli altri andranno inevitabilmente incontro a una lenta morte. Riuscirà ethereum a resistere alla concorrenza o sarà destinata a sparire superata sul piano tecnologico da progetti più evoluti? E’ questa secondo me la prima domanda che tanto gli sviluppatori quanto i trader e gli investitori dovrebbero farsi quando iniziano ad approfondire la conoscenza di questa piattaforma.

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