Intervista dalla rivista economica Challenges la nuova governatrice della BCE, Christine Lagarde, ha ribadito la propria volontà di guidare la banca centrale europea verso una maggiore apertura al mondo delle criptovalute; l’intervista, pubblicata oggi, riporta poi di come l’erede di Draghi abbia intenzione di prendere seriamente in considerazione l’emissione di una CBDC, posto comunque che è sua intenzione intanto ponderarne accuratamente gli eventuali rischi e, in secondo luogo, evitare che l’emissione di una criptovaluta garantita dalla banca centrale tarpi le ali ai progetti privati. Più nello specifico Lagarde ha infatti dichiarato che:
“La prospettiva di iniziative della banca centrale non dovrebbe scoraggiare né eliminare le soluzioni guidate dal mercato privato per pagamenti al dettaglio rapidi ed efficienti nell’area dell’euro”
Intanto il mese scorso è stata creata la prima Task Force europea che avrà come compito quello di valutare e comprendere i benefici e i possibili rischi correlati all’emissione di una CBDC europea, chiaramente lavorando gomito a gomito con le diverse banche centrali dell’eurozona; del resto era impensabile che solo la BCE rimanesse indietro mentre tutte le altre banche centrali sembrano ormai orientate ad aprirsi alla tecnologia blockchain. Sorvolando sulla questione cinese, di cui spesso ci siamo occupati, e su tutti gli altri paesi che sono già al lavoro per emettere una propria CBDC (pensiamo alla Turchia, per esempio, o al Venezuela che ha già lanciato Petro), le aperture verso questi strumenti sono state, negli ultimi mesi, tanto numerose quanto importanti; basti immaginare, ad esempio, che appena qualche mese fa era stato il governatore uscente della Banca d’Inghilterra (Mark Carney) a dichiarare che sarebbe auspicabile per tutti che una CBDC con supporto multi-fiat sostituisca il dollaro USA come valuta di riferimento sui mercati globali. Pur essendo, per concludere, la situazione internazionale ancora abbastanza ambivalente, quindi, è innegabile che le istituzioni di tutto il mondo abbiano iniziato a prendere molto sul serio la tecnologia blockchain e quei paesi che, come la Russia, gli USA o la stessa UE, ancora sembrano intenzionati a procedere col freno a mano tirato non è che non stiano guardando con interesse alle opportunità offerte dal denaro digitale programmabile, semplicemente sono frenati dai timori e dalle preoccupazioni per la stabilità finanziaria globale, dal momento che, innanzitutto, nulla o quasi si sa del reale effetto che tali strumenti potrebbero avere una volta immessi sul mercato e, in secondo luogo, la congiuntura macro-economica a livello globale non è attualmente certo delle migliori.
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