A riferirlo il FinancialMirror, sito di informazione locale in lingua inglese che riporta, con un articolo di ieri, le parole del ministro delle finanze cipriota Harris Georgiades; secondo quanto si apprende, quindi, il progetto di legge che regolerà l’industria blockchain sull’isola sarà pronto entro fine anno.
Cipro lavora ad una nuova legge sulle Blockchain
Cipro è notoriamente uno dei paesi che ha maggiormente creduto nelle criptovalute, sin dalla crisi esplosa con lo scoppio della bolla sui mutui subprime del 2008; la fiducia in questa tecnologia ha prima coinvolto fette sempre più larghe della popolazione e infine ha contagiato il governo, che sulla blockchain pare voler investire molto. Interessante, tra le altre cose, l’intervento alla camera di Demetris Syllouris, relatore del disegno di legge, che ha pubblicamente elogiato il potenziale della tecnologia affermando che:
“La piena implementazione di questa tecnologia in tutto il settore pubblico e privato cambierà radicalmente le strutture delle società moderne, il modo in cui sono organizzate e il loro funzionamento”
Cipro ha intenzione di investire, come quasi tutti i governi che si stanno muovendo in direzione di un’apertura alla tecnologia blockchain, sulle reti DLT ed in particolare i diversi progetti pilota che verranno fatti partire nel paese riguarderanno, per quello che riguarda la dimensione pubblica, il Dipartimento per i terreni e i sondaggi, il Dipartimento delle dogane e delle accise, il Dipartimento delle imposte e l’Autorità nazionale delle scommesse. Tutto questo ci riguarda direttamente, visto che Cipro è membro dell’UE, di conseguenza la partita si gioca anche sul campo dei regolamenti comunitari; già ad inizio anno, ad esempio, la Commissione per i titoli e gli scambi dell’isola aveva chiesto all’Unione Europea di consentirle di normare il mercato delle criptovalute in deroga alle direttiva comunitarie, soprattutto per quanto riguarda l’acquisizione delle nuove direttive antiriciclaggio.
Prima ancora, alla fine del 2018, Cipro era stata tra i firmatari di un documento (sottoscritto da altri sei paesi dell’UE) che sosteneva la necessità di promuovere l’uso della tecnologia DLT nel paese; come ben sappiamo, però, la questione a livello comunitario è abbastanza controversa, le istituzioni comunitarie, infatti, sono spaccate sul giudizio in merito alla blockchain, con la BCE che ha sempre guardato con enorme diffidenza a questa tecnologia (per quanto la recente designazione di Christine Lagarde come erede di Mario Draghi potrebbe finire col creare condizioni più favorevoli alla crescita dell’industria blockchain in Europa) e i paesi fondatori anche loro divisi. Le attuali forze di governo tedesche, ad esempio, sembrerebbero intenzionate a puntare pesantemente su questa tecnologia, mentre la Francia ad oggi appare essere una dei maggiori detrattori delle cripto e degli asset crittografici a livello mondiale e l’Italia che, come al solito mi verrebbe da dire, si posiziona in mezzo tra Francia e Germania, avendo solo da poco iniziato ad esplorare il campo e mostrando di avere le idee ancora molto confuse sul da farsi.
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