Un altro furto sembra essere accaduto nel mondo delle criptovalute e, per questa volta, ci riguarda da vicino. Bitgrail S.r.l., uno dei più importanti exchange italiani, ha denunciato il furto di 17 Milioni di Nano (XRB), pari a 152 milioni di dollari circa, alla quotazione odierna.
Andiamo per ordine: Bitgrail è un exchange italiano tra i più famosi, gestito da Francesco Firano detto The Bomber su twitter (https://twitter.com/bomberfrancy?lang=en). Nano invece è il nuovo nome del progetto Railblocks, un coin che si basa su una blockchain senza fee, gestito appunto dal team di sviluppatori di Railblocks negli USA.
La situazione da circa un mese su Bitgrail, almeno per quanta riguarda Railblocks, non era del tutto serena. Già l’8 gennaio, un mese prima del furto, i depositi e i ritiri di XRP erano stati bloccati per motivi di manutenzione, indice comunque di qualche problema. Il 12 gennaio, sempre su Bitgrail, è stata introdotta la verifica degli utenti via carta d’identità per tutti coloro che avessero voluto ritirare XRB. Un mese dopo, l’8 febbraio, l’annuncio quasi a sorpresa di insolvibilità da parte di Bitgrail per quanto riguarda XRB. Da subito, stando alle parole dei creatori di Railblocks, questi si sono messi in contatto con Firano al fine di investigare le cause del problema. I rapporti tra Firano e i fondatori, non certo idilliaci da tempo come dimostra l’abbandono da parte di quest’ultimo del canale di Telegram congiunto tra le due entità, si fanno subito ancora più tesi.
Il core team Nano, ripercorrendo la blockchain, trova delle transazioni quantomeno sospette nei mesi prima del disastro, in particolare un movimento in uscita di 1 Milione di XRB, accusando indirettamente di negligenza BitGrail, in quanto non si è trattato di un bug sul codice del coin ma in quello del sito del sito a causare questa e altre transazioni fraudolente.
Firano, al contrario, sostiene che Bitgrail è stata truffata, tanto che ha presentato esposto alle autorità competenti per accertare eventuali illeciti, e di aver proposto al core team di Nano un fork, simile a quello avvenuto tra Ethereum ed Ethereum Classic, per riportare la situazione sulla blockchain a prima del furto. La proposta però non ha trovato riscontro favorevole nel core team, dato che a loro volta hanno fatto sapere che un rollback della blockchain è impossibile non che eticamente scorretto in quanto sarebbe un tentativo di mascherare le responsabilità di Bitgrail in questa vicenda.
Sia che si sia trattato di dolo o incapacità, sicuramente le minacce anche fisiche che Firano sta ricevendo in questi giorni non sono giustificabili e si rinnova comunque l’esigenza sempre più impellente di avere exchange più sicuri, regolamentati e a prova di errore. Fino a quando non sarà così, le criptovalute continueranno ad ereditare i problemi del mondo della valuta Fiat (in particolare delle banche) che le criptovalute stesse vorrebbero far fuori.
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