In un articolo pubblicato oggi cointelegraph ricostruisce una discussione avvenuta qualche giorno fa su twitter riguardo al prossimo halving (il dimezzamento della ricompensa per i miners) del 2020; in molti, infatti, sono convinti che questo evento, che avviene periodicamente e proseguirà anche in futuro, produrrà un forte rialzo del prezzo così come del resto è sempre avvenuto fino ad oggi. Alcuni membri di spicco della comunità hanno calcolato che col prossimo halving la quantità di nuovi bitcoin messi in circolo calerà di 63mln di dollari ogni settimana (il calcolo è fatto sulle quotazioni attuali); con il prossimo dimezzamento, che dovrebbe arrivare intorno alla primavera del prossimo anno, la ricompensa che i miners riceveranno per la loro attività passerà da 12.5BTC ad appena 6.5BTC. Recenti studi basati sul modello Stock-to-Flow confermano questa linea di pensiero e certificano che nel momento in cui la ricompensa per i miners diminuisce il prezzo di bitcoin deve necessariamente aumentare; non fosse così, infatti, l’attività mineraria non sarebbe più remunerativa e la rete inizierebbe a perdere nodi. Nel corso del 2018, ad esempio, molti minatori hanno dovuto continuare a svolgere la loro attività in perdita; questo si giustifica solo sulla base del fatto che i minatori sapevano che avrebbero potuto vendere le loro scorte in futuro a prezzi più vantaggiosi, cosa che è effettivamente avvenuta. Occorre però rimarcare che minare in perdita può essere molto pericoloso perché comunque bisogna sostenere i costi, non esattamente trascurabili, dell’attività e non sono poche le piccole miniere che hanno dovuto chiudere i battenti nel corso del 2018 riuscendo a stento a restare in pari e non facendo quindi in tempo ad aspettare il ciclo rialzista che si è puntualmente verificato ad inizio di quest’anno. Non tutti, poi, concordano con questa linea di pensiero nella comunità, basti pensare che in una recente intervista Jihan Wu, co-fondatore del gigante minerario Bitmain (uno che di mining ne capisce e anche tanto) ha avvertito che il dimezzamento potrebbe non portare necessariamente al ritorno del sentimento rialzista; Wu ha comunque confermato che, al netto delle numerose incertezze, quello attuale rimane un buon momento per investire nell’attività mineraria ed infatti la stessa Bitmain ha in programma di gestire la più grande azienda mineraria di Bitcoin al mondo in Texas. Per quanto mi riguarda credo che l’halving sia solo una delle componenti da tenere in considerazione, un altro aspetto molto rilevante riguarda la domanda di bitcoin o, in altri termini, l’adesione; se, infatti, la domanda si contraesse a fronte di un arretramento dell’adesione a bitcoin questo vanificherebbe la spinta rialzista generata dall’halving. Non è, quindi, solo una questione di offerta ma di come l’offerta si relaziona alla domanda; al netto di questo, però, dobbiamo tenere presente che anche se l’adesione non cresce più in maniera così rapida come negli anni passati il numero di persone al mondo che si avvicina a bitcoin continua a crescere, il mercato sta continuando a maturare e gli investitori istituzionali guardano con sempre maggior interesse a bitcoin, incentivanti anche dall’introduzione di nuovi strumenti finanziari come i futures di bakkt. Mettendo insieme tutti questi elementi, quindi, appare verosimile credere che si stiano ricreando le condizioni perché bitcoin tocchi un nuovo massimo in tempi anche piuttosto brevi; detto questo non ci rimane altro da fare che aspettare e verificare dati alla mano l’impatto che il prossimo halving avrà sul prezzo di bitcoin, sperando che le previsioni si rivelino azzeccate e che le quotazioni di BTC arrivino effettivamente a segnare un nuovo ATH nel 2020.
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