Come noto bakkt si rivolge essenzialmente ai grandi investitori istituzionali, mentre attualmente i piccoli trader, che operano in maniera non professionale, sono esclusi dalla piattaforma; oggi, però, con un post sul blog ufficiale il CFO di bakkt (Mike Blandina) ha comunicato che entro la prima metà del 2020 bakkt lancerà un’app dedicata alla clientela consumer cosa che, inevitabilmente, oltre ad ampliare la platea di utenti contribuirà anche ad alzare i volumi. Lo scopo, ovviamente, è anche quello di permettere a una platea sempre più larga di persone di avvicinarsi al mondo degli asset digitali in perfetta sicurezza, fruendo di una piattaforma professionale e potendo contare su alti standard di sicurezza per la custodia dei propri fondi. Blandina ha poi lasciato intendere che l’azienda intende integrare a breve nuove monete, nel post, infatti, si può leggere che:
“Una caratteristica chiave del modello che abbiamo progettato è supportare un set di risorse digitali, comprese le altcoin, con la stessa continuità con cui gli investitori effettuano transazioni in titoli in un conto di intermediazione al dettaglio. Intendiamo arrivare a fornire una piattaforma per la gestione di un portafoglio di risorse digitali, indipendentemente dal fatto che gli utenti desiderino archiviare, negoziare, scambiare o trasferire beni”
Se ci fermiamo un attimo a fare mente locale ecco che ci rendiamo conto che, in questi pochi passaggi, Blandina ha descritto dei servizi che tutti noi conosciamo bene, che usiamo tutti i giorni; a ben vedere, infatti, ciò che il CFO ha descritto non sono altro che servizi bancari, solo che invece di usare del denaro fiat bakkt intende usare le criptovalute. Archiviazione, negoziazione, scambio e trasferimento di beni, è esattamente quello che fa una qualunque banca, sono gli stessi servizi, ma con costi sensibilmente minori, una maggiore autonomia per l’utente ed un concetto del denaro più orientato all’indipendenza del, per così dire, correntista. Non è così difficile immaginare un futuro in cui gli utenti conserveranno somme di denaro più ingenti presso servizi di custodia come quello offerto da bakkt, usando la stessa piattaforma per fare qualche operazione di trading nell’arco dell’anno e spostando i fondi sui propri wallet per le spese di ogni giorno o per attivare servizi in addebito automatico (un po’ come avviene oggi coi RID). Bakkt si pone quindi come un intermediario e, da buon intermediario, non poteva non pensare a una soluzione di pagamento facile da implementare sia per i commercianti che per i propri clienti; il post di Blandina, infatti, ribadisce la partnership con Starbucks e la possibilità per gli utenti che scaricheranno la prossima app di Bakkt di pagare tranquillamente in bitcoin presso la caffetteria in franchising più famosa nel mondo. Sempre il CFO scrive nello stesso post che:
“Sono convinto che promuovendo una maggiore integrazione ed efficienza tra i portafogli digitali, l’elaborazione delle transazioni e l’accettazione dei pagamenti, vi siano opportunità significative per i commercianti e i consumatori di interagire senza problemi utilizzando le risorse digitali in modi che non sono stati precedentemente considerati”
Insomma, i futures emessi a settembre da bakkt sono stati solo la punta dell’iceberg, sotto cova qualcosa di molto più grosso, lo scopo di bakkt appare chiaramente quello di divenire un intermediario capace di garantire ogni tipo di operatività ai propri clienti, non solo la semplice custodia dei fondi, quindi, ma anche il trading e le funzioni di pagamento.
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