La riorganizzazione del gruppo milanese entra nel vivo con l’ipotesi di dismissione di tre etichette storiche del segmento amari.
Le azioni Campari potrebbero reagire positivamente alla strategia di focalizzazione promossa dal CEO Simon Hunt, che dopo aver già completato la vendita di Cinzano e Festina guarda ora ad altri brand considerati non strategici. Sul tavolo ci sarebbero Averna, Braulio e Zedda Piras, tre nomi radicati nel panorama degli spirits italiani.
Perché il mercato guarda con interesse alle mosse di Campari
Gli investitori apprezzano generalmente le operazioni di portfolio pruning, ovvero la potatura selettiva dei marchi meno performanti. Le azioni Campari potrebbero beneficiare di una struttura più snella, con l’azienda che concentra capitale e risorse sui brand a maggiore marginalità e potenziale di crescita.
La presenza di ben 72 etichette nel portafoglio attuale comporta inevitabilmente una dispersione di energie manageriali, che Hunt intende evitare attraverso dismissioni mirate.
I numeri dell’operazione e l’impatto sui conti
Le tre etichette oggetto della possibile cessione producono insieme ricavi per circa 80 milioni di euro annui. Si tratta di una cifra contenuta se rapportata alle dimensioni complessive del gruppo, ma comunque significativa in termini assoluti.
Le azioni Campari potrebbero trarre vantaggio dal reimpiego dei proventi della vendita in asset più strategici o nella riduzione dell’indebitamento. Il management ha identificato una trentina di brand cedibili che pesano complessivamente per il 9% del fatturato consolidato, un dato che offre ampi margini di manovra senza compromettere la solidità del business.
L’appeal dei marchi territoriali per potenziali acquirenti
Averna, liquore simbolo della Sicilia, Braulio, espressione della tradizione montana lombarda, e Zedda Piras, mirto sardo di nicchia, rappresentano opportunità interessanti per chi cerca brand autentici e radicati.
Le azioni Campari non risentirebbero negativamente della cessione grazie all’interesse atteso da parte di fondi specializzati e operatori industriali del settore beverage. Questi marchi, pur non essendo centrali nella strategia futura del gruppo, mantengono un valore di mercato apprezzabile legato alla loro storia e al legame con territori specifici.
Prospettive per gli azionisti nel nuovo corso Hunt
La strategia delineata dal nuovo amministratore delegato segna una discontinuità rispetto al passato, orientando il gruppo verso una maggiore efficienza operativa. Le azioni Campari potrebbero entrare in una fase di re-rating se il mercato riconoscerà la validità dell’approccio selettivo adottato dal management.
L’alleggerimento del portafoglio consente di destinare maggiori investimenti sui marchi globali e di rafforzare la presenza nei segmenti premium, dove i margini sono più elevati e le prospettive di crescita più solide. Per gli investitori, questa fase di transizione rappresenta un momento da monitorare con attenzione.
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