E’ dunque assodato che per operare con consapevolezza sui mercati finanziari sia necessario avere alcune cognizioni di economia. Infatti, la gran parte delle decisioni prese dai traders professionisti sono condizionate dall’andamento delle economie dei vari paesi ed in particolar modo dalle aspettative, buone o cattive, emergenti dai differenti dati economici in procinto di essere pubblicati. In effetti, chi scrive, pensa che un buon trader retail dovrebbe essere capace di comprendere e valutare il significato espresso dagli indicatori economici definiti fondamentali.
Tuttavia in economia vengono spesso tirati in ballo due fattori che, più che economici, sono d’ordine psicologico, ovvero le aspettative e le propensioni. Infatti poiché nessuno può avere una conoscenza perfetta ed assoluta del mercato la maggior parte delle volte le decisioni sono prese in base a considerazioni non immediatamente computabili. Ad esempio: supponiamo che una certa categoria di cittadini si aspetti che il governo con i sindacati si accordino per aumentare i salari; questa aspettativa positiva diventa un riferimento economico e nonostante l’aumento non sia ancora effettivamente attuato, è probabile che una parte del gruppo di cittadini decida di incrementare gli acquisti, alla luce del maggior reddito sperato; questo è quello che si traduce con aspettativa.
Gli aspetti dell’analisi economica
Dal punto di vista della propensione propongo un altro esempio: supponiamo che sia resa nota l’intenzione della Banca Centrale di aumentare i tassi di interesse, in questo caso diventa meno conveniente fare acquisti a rate, per cui tra le famiglie prevale la propensione ad accantonare una parte del proprio reddito disponibile in attesa di una situazione migliore, aumenta così la propensione al risparmio. Di esempi naturalmente se ne potrebbero continuare a fare ancora molti, ma quello che balza in evidenza é che sia le persone come le aziende o le istituzioni, prendono determinazioni economiche o speculative sulla base di notizie, dichiarazioni, rumors, e di ciò bisognerebbe tenerne conto quando si studiano strategie di mercato.
Tutta questa premessa era necessaria per introdurre quelli che sono i principi generali sui quali si fonda l’analisi cosiddetta fondamentale. Per quest’ultima è necessario avere a disposizione differenti indicatori fondamentali, non soltanto perché valutano lo stato di fatto di una economia, ma perché condizionano anche le decisioni degli operatori finanziari nel breve, medio e lungo periodo. In concreto avere contezza che l’economia di un paese e quindi la sua valuta si stanno muovendo in direzione espansiva o recessiva modifica gli atteggiamenti, le aspettative e le propensioni degli investitori sul mercato.
In merito, dunque, gli indicatori economici fondamentali raccolgono un’importanza non trascurabile. La tabella che segue, rappresenta una sintesi delle relazioni esistenti tra le variazioni di ciascuna delle variabili macro principali e la volatilità dei mercati. Un rapporto positivo significa che l’aumento della variabile causa un aumento della quotazione di mercato, mentre una relazione negativa suggerisce che l’aumento del valore dell’indicatore provoca una discesa. L’intensità “forte” della relazione, d’altro canto, indica che la variazione della variabile macroeconomica molto probabilmente si riflette sul mercato, mentre se “ debole” indica che la relazione è alquanto incerta.
- INDICATORE AZIONARIO VALUTARIO
- PIL POSITIVA – FORTE POSITIVA – DEBOLE
- DISOCCUPAZIONE NEGATIVA – DEBOLE NEGATIVA – DEBOLE
- INFLAZIONE NEGATIVA – FORTE NEGATIVA – FORTE
- TASSO DI INTERESSE NEGATIVA – FORTE POSITIVA – FORTE
Di fatto quotidianamente sono rilasciati i valori di altri e numerosi indicatori economici, emessi da governi e agenzie specializzate; questi dati servono per informare sullo stato di salute e le condizioni economiche di una nazione o di un’area economica che contiene più paesi. Al riguardo gli economisti, come anche gli operatori finanziari, prendono sotto esame questi dati, sia nel loro valore assoluto che in quello relativo, applicando alle loro determinazioni quella che è comunemente definita analisi fondamentale, insieme a quella tecnica. Nella maggior parte delle volte, non sono comunicati soltanto i valori assoluti dei vari indicatori economici, ma sono pubblicati anche i cosiddetti consensus, in sintesi i valori che gli analisti stimano o reputano che saranno rilasciati.
Anche questo tipo di dato assume una certa rilevanza, in quanto gli operatori del mercato assumono le loro decisioni pure in funzione delle aspettative. In buona sostanza anticipano atteggiamenti e decisioni in virtù delle attese di un miglioramento o di un peggioramento dei valori. Come già accennato i dati comunicati giornalmente dai calendari economici sul web sono numerosi, ma non tutti hanno sempre un peso sulle scelte che gli operatori di mercato devono fare e, pur tuttavia, è bene considerare che nel valutare l’importanza di un dato è necessario ricordare che generalmente il mercato si ripete, ovvero che è molto probabile che ciò che è avvenuto in passato avvenga anche in futuro.
Non solo. Pochissimi analisti tengono conto di tutti gli indici della scienza economica; in realtà, dal lato pratico, vale la pena selezionarne due o tre secondo la propria esperienza per soppesarne concretamente l’influenza sui mercati. Peraltro c’è da aggiungere che nessun operatore, anche quello istituzionale, ha una conoscenza perfetta del mercato, pertanto è lecito dichiarare che non sono gli operatori ad influire sul mercato e sul suo andamento, ma è il mercato che condiziona le scelte degli operatori. Infine le reazioni del mercato possono non essere immediate, a volte sono anticipate in base alle aspettative o ai rumors di cui abbiamo parlato, ovvero posticipate, perché gli investimenti assunti non consentono la possibilità di una inversione repentina degli atteggiamenti in essere; é proprio in quest’ultimo caso che la finanza prevale sull’economia reale.
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