Spesso mi è capitato di scrivere su questo sito che dovremmo abituarci a considerare le criptovalute come un tema geopolitico, a quanto pare la pensa come me Anthony Pompliano, co-founder di Morgan Creek digital asset, che in un tweet di oggi, ripreso a stretto giro di posta da cointelegraph, commenta un recente articolo di Bloomberg che si occupa di politica monetaria europea. Pompliano ha fatto notare come le prossime mosse della BCE favoriranno la crescita di bitcoin, mentre indeboliranno (in termini di prezzo) l’euro. La ripresa del QE (anche senza Draghi) e un nuovo, atteso, taglio dei tassi sono condizioni che, secondo Pompliano (e non solo), favoriranno la crescita del prezzo di bitcoin; il co-founder della Morgan Creek Digital Assets la spara abbastanza grossa, afferma infatti che entro il 2021 il prezzo di 1BTC raggiungerà il picco di 100mila dollari, di conseguenza è in un certo senso obbligato a mettere insieme una serie di fatti apparentemente scollegati tra loro per giustificare la propria previsione. Più nello specifico Pompliano afferma che le politiche della BCE, unitamente all’halving previsto nella primavera 2020, manderanno letteralmente il prezzo alle stelle; l’analisi non è poi tanto strampalata ed è anzi assodato che in scenari economici particolarmente grigi bitcoin (che non per niente viene definito “oro digitale”) tende a comportarsi particolarmente bene. A livello globale, in questo momento, l’economia mondiale sembra traballare e, nonostante tutte le principali organizzazioni neghino con forza il rischio recessione, è ormai evidente che siamo di fronte a un rallentamento; ora, al netto del fatto che le grandi istituzioni non possono certo dichiarare serenamente che stiamo entrando in recessione senza provocare il panico, è ovvio che mentre a parole ostentano ottimismo, nei fatti assistiamo a scelte che dimostrano la volontà di prepararsi al peggio. La decisione in Europa di proseguire col QE, la guerra di Trump con la FED negli Stati Uniti per tagliare ulteriormente i tassi, le guerre commerciali con la Cina e quelle non solo commerciali con la Russia, sono tutti fattori che dimostrano chiaramente come a livello geopolitico tutti i grandi stati temano il peggio. Chiaramente non sappiamo se il futuro ci riserva davvero una nuova crisi, come sostengono molti osservatori (tra cui il sottoscritto), o se invece quella che constatiamo è solo una congiuntura negativa che ci lasceremo alle spalle senza troppi problemi, quello che sappiamo di certo è che bitcoin si avvantaggerà di qualunque contesto economico negativo per imporsi ancora di più. Quello che dobbiamo fare, molto semplicemente, senza neanche immaginare scenari troppo apocalittici, è prendere in riferimento un periodo di tempo sufficientemente lungo, come ad esempio i prossimi cento anni; ecco, in cento anni di crisi ce ne saranno, più o meno brutte, una decina, si riproporranno ciclicamente, così come è sempre stato, e da ognuna di queste crisi bitcoin uscirà rafforzato. Appare chiaro che in un’ottica di lungo periodo stiamo parlando di una moneta il cui uso presto o tardi diventerà un gesto quotidiano per miliardi di persone al mondo; a quanto potrà arrivare il valore di un bitcoin, in un futuro (più o meno prossimo che sia) in cui anche solo 2mld di persone useranno quotidianamente questa moneta è difficile da dirsi oggi, ma sicuramente parliamo di una cifra molto alta.

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