Come riportato da Cointelegraph il brevetto è stato in realtà depositato nel marzo 2015, per qualche motivo però è salito alla ribalta negli ultimi giorni; andiamo però con ordine e spieghiamo meglio di cosa stiamo parlando. Brian Amstrong, CEO di coinbase, ha brevettato un sistema che permette agli utenti di scambiarsi bitcoin via mail senza pagare alcuna commissione. Analizzando la descrizione del brevetto la sensazione è che ci troviamo di fronte a una sorta di antesignano di Lightning Network, a ben vedere, infatti, tutto il sistema si regge sull’apertura di canali di pagamento e sembra non essere nient’altro che un sistema per scalare off chain esattamente come fa LN. Molti utenti, non per niente, hanno espresso le loro critiche a questo modello, innanzitutto perché favorisce la centralizzazione, in pratica la stessa critica mossa da molti a LN, ed in secondo luogo perché reputato troppo trasparente; secondo molti account twitter, che sono intervenuti a dire la loro su questo brevetto, associare le transazioni a degli indirizzi mail permetterebbe di risalire troppo facilmente al titolare di una transazione, sarebbe quindi un sistema per nulla anonimo e difficile da anonimizzare.
In ogni caso l’idea di usare gli indirizzi mail per spostare bitcoin non mi pare così malvagia e probabilmente in un prossimo futuro ci sarà la possibilità di fare qualcosa del genere, non necessariamente partendo dallo stesso modello che Amstrong ha immaginato nel suo brevetto; del resto l’adozione di massa alle criptovalute passa anche, e forse soprattutto, attraverso l’integrazione con la tecnologia che è già ampiamente diffusa, per questo gli smartphone sono considerati così importanti per la crescita dell’industria blockchain e la stessa cosa, credo, possa valere anche per le mail. Resta da capire quali potrebbero essere i vantaggi, attualmente, di un sistema come quello immaginato dal CEO di Coinbase, che aveva certamente un senso nel 2015 ma non mi pare ce l’abbia oggi che la rete lightning sta crescendo in maniera importante; altra cosa da considerare è la possibilità che in futuro siano i wallet a sostituire le mail, dal momento che attraverso una blockchain è possibile scambiarsi anche messaggi non credo sia possibile escludere a priori la possibilità che un domani invece di usare degli account mail ospitati su server di terze parti nasca un sistema che consenta agli utenti di gestire direttamente un servizio di posta elettronica attraverso il proprio wallet. E’ certamente vero che, allo stato attuale delle cose, far girare la posta elettronica su una blockchain POW finirebbe con l’ingolfare la rete, ma non è detto che un sistema del genere debba essere costruito necessariamente su blockchain bitcoin, potrebbe essere ad esempio implementato su blockchain ethereum, tanto più che ETH sta tentando di implementare un nuovo protocollo di consenso POS proprio per risolvere i problemi di scalabilità.
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