Libra, la nuova criptovaluta di facebook, l’aspettavamo in maniera trepidante, ne parlavamo da giorni, non stavamo più nella pelle ed ecco che finalmente la fatidica data è arrivata; è il 18 di Giugno, ma della criptovaluta di facebook ancora non c’è traccia. Insomma, ci siamo sentiti tutti come dei bambini la notte del 25 dicembre, in attesa che arrivi babbo natale travestito da Zuckerberg a farci il regalo tanto ambito; alla fine sui social sono arrivate le prime conferme, fino a quando nel giro di pochi minuti la mia TL non è diventata un tappeto di commenti, l’annuncio era arrivato “habemus white paper”. Dunque, chi si aspettava, e non mi pare fossero pochi, il lancio della moneta sarà rimasto deluso, tutti gli altri (incluso il sottoscritto) sono stati ben felici di mettere le zampacce su un po’ di materiale ufficiale; si, perché oltre il white paper abbiamo anche un sito internet, calibra.com, da spulciare. Andiamo quindi a darci un’occhiata per tentare di capire una buona volta di cosa stiamo parlando; partiamo prima di tutto dal sito, poi daremo un’occhiata al white paper di libracoin e infine proveremo a buttare un occhio alle reazioni della comunità sui social.
Facebook presenta la sua criptovaluta: calibra.com è online
Iniziamo a dare un’occhiata al sito ufficiale del progetto, saremo molto critici nel farlo, per cui diciamo subito che in prima istanza il sito ha dato dei problemi; tutto rientrato nel giro di un quarto d’ora, ma non prima che alcuni account avessero modo di dare sfogo all’ironia. Detto questo la prima impressione che ho avuto accedendo a Calibra è stata simile a un pugno in faccia; di tutte le soluzioni che avrebbero potuto scegliere come sfondo hanno deciso di optare per la tinta viola (secoli e secoli di tradizione orale su come evitare la sfiga mandati in fumo in un attimo). Al netto della prima impressione, comunque abbastanza terrificante, si tratta di un banale sito onepage, decisamente reattivo, con una buona usabilità, con un design moderno come ne vediamo praticamente ogni giorno; normalmente quando un sito web viene realizzato secondo questo approccio più che un prodotto informativo dovremmo considerarlo come un mega volantino pubblicitario (mia opinione personale, sulla quale molti non saranno d’accordo). Superate le prime impressioni torno al sito (che sto scoprendo mentre scrivo questo articolo) in cerca di informazioni che però, ovviamente, non trovo, perché il 90% del sito (chi lo avrebbe mai creduto possibile) non è altro che un mega spot in cui si spiega quant’è fico il wallet calibra, quant’è utile la sua app, che renderà possibile inviare criptovaluta (che non si chiamerà GlobalCoin ma Libra) con la stessa facilità con cui inviamo una foto o un messaggio dal nostro smartphone; se visitando il sito doveste avere la sensazione di ritrovarvi di fronte a una copia made in usa della famosa applicazione cinese WeChat, niente paura, non siete i soli. Sul fondo della pagina, però, c’è anche una sessione FAQ, che può avere senso andarsi a spulciare; la prima domanda riguarda ovviamente la data ufficiale del lancio della moneta, a cui però, comprensibilmente, non viene data una vera risposta (credo che difficilmente verrà lanciata entro un anno, toccherà più probabilmente attendere la seconda metà del 2020). Le altre informazioni che ricaviamo riguardano la necessità di inviare i propri documenti per utilizzare l’app (ma anche questo era ampiamente prevedibile), mentre è realmente interessante l’informazione relativa all’integrazione con WhatsApp e Messenger, che permetterà agli utenti di inviare e ricevere denaro attraverso queste APP. Per il resto viene confermato che libra sarà una stablecoin, viene confermato l’impegno a tenere basse le commissioni, mentre appare abbastanza evidente un altro aspetto che era emerso nelle scorse settimane nelle discussioni sui social e cioè la grande attenzione del progetto alla dimensione B2B (vendita di servizi e beni tra imprese).
Si chiama libra, è la criptovaluta di facebook e questo è il suo white paper
Il white paper, come ben sapete, è un documento abbastanza corposo da leggere (rigorosamente in inglese), per cui qui tenteremo di fare una sintesi dei passaggi che io reputerò più interessanti; chi volesse approfondire può leggere il documento originale cliccando qui. In ogni caso, per comodità, divideremo i seguenti paragrafi nello stesso modo in cui sono stati divisi sul white paper originale.
01. Introduzione
In questa prima parte del documento viene illustrato lo scopo di libra, creare una criptovaluta stabile e che attraverso gli smart contract permetta di sviluppare nuove applicazioni per gli utenti; particolare rilievo viene dato alla necessità di costruire un sistema finanziario che sia di facile accesso a tutti e basato su infrastrutture moderne e all’avanguardia. Il capitolo introduttivo si conclude con un elenco dei motivi che hanno spinto facebook a realizzare questo progetto, in primis quindi la possibilità di garantire accesso a prodotti di tipo bancario a qualunque persona nel mondo, in maniera trasparente, a costi contenuti e in tempi rapidi (che è del resto l’obiettivo di qualunque altra criptovaluta); di particolare interesse è invece il passaggio in cui si afferma che:
“Crediamo che le persone si fidino sempre più di forme di governance decentralizzate per questo pensiamo che una valuta e un’infrastruttura finanziarie globali debbano essere progettate e governate come un bene pubblico. Riteniamo che tutti abbiamo la responsabilità di contribuire a far avanzare l’inclusione finanziaria, favorendo chi opera in maniera etica e sostenendo continuamente l’integrità dell’ecosistema.
0.2 Introduzione a Libra
Saltiamo a piè pari i passaggi in cui gli inventori di libra provano a spiegarci perché il mondo ha questo enorme bisogno di usare libra e saltiamo a quelli realmente interessanti di questo capitolo; chi gestirà e amministrerà l’infrastruttura? A farlo sarà una “associazione indipendente” senza fini di lucro con sede a Ginevra, in Svizzera, incaricata di supportare la crescita dell’ecosistema; tale associazione sarà formata dalla rete di nodi di validazione che si occuperanno di gestire la blockchain, i quali saranno costituiti da aziende geograficamente distribuite e diverse, organizzazioni senza scopo di lucro, multinazionali e istituzioni accademiche. Attualmente l’associazione si compone di quelli che vengono definiti “soci fondatori” cioè il primo gruppo di investitori (perché non hanno certo aderito gratis o per buon cuore) che lavoreranno insieme per dare vita alla carta dell’associazione e che corrispondono sostanzialmente alle aziende i cui nomi erano già circolati con le indiscrezioni dei giorni scorsi. Libra poggerà, quindi, su una propria blockchain e sarà rilasciata come software open source di modo che qualunque sviluppatore possa usarla per costruirci sopra. Come detto stiamo parlando di una stablecoin, di conseguenza nel white paper si può leggere che:
“Libra sarà completamente supportata da una riserva di beni reali composto da un paniere di depositi bancari e titoli di stato a breve termine che verrà accantonato per ogni moneta che verrà creata al fine di creare la necessaria fiducia nel suo valore intrinseco.”
Il capitolo precisa inoltre il ruolo di Facebook nella creazione dell’Associazione Libra, confermando che l’azienda, pur avnedo svolto un ruolo chiave (lavorando con gli altri membri fondatori) nella creazione del progetto, manterrà il suo ruolo di leadership non oltre il 2019; da quel momento ogni decisione verrà presa direttamente dall’associazione (di cui ovviamente anche la stessa Facebook farà parte). Pur avendo avuto, quindi, un ruolo fondamentale nella creazione di libra, facebook conferma che una volta che la rete verrà lanciata assumerà i medesimi impegni, privilegi e obblighi finanziari di qualsiasi altro Socio Fondatore.
0.3 La blockchain Libra
Anche qui limitiamoci a scremare i passaggi che hanno una valenza chiaramente pubblicitaria e tentiamo di andare al sodo; il progetto è stato realizzato utilizzando un nuovo linguaggio di programmazione (MOVE) che consentirà di implementare sulla blockchain di Libra una logica di transazione personalizzata e smart contract, mentre il protocollo di consenso scelto è il BFT (tolleranza agli errori bizantini). C’è poi un’amplia sezione in cui il Withe Paper tenta di convincerci delle enormi qualità di MOVE, trattandosi però di un nuovo linguaggio di programmazione sarà il caso attendere le riflessioni degli esperti prima di entrare nel merito; per quanto riguarda invece il tipo di protocollo di consenso scelto, come noto nella comunità, il BFT non si presta affatto bene alla creazione di una rete realmente decentralizzata (perché per funzionare ha bisogno di istituire dei nodi validatori, per cui per quanto vasta si tratta sempre di una rete chiusa), ma funziona molto bene per garantire scalabilità e sicurezza. Se arrivati a questo punto avete superato la sensazione di trovarvi di fronte alla versione americana di WeChat e vi sembra invece di trovarvi di fronte alla versione POP di ripple o stellar, anche questa volta, tranquilli, non siete i soli.
0.4 Libra come valuta e le sue riserve
Non molto di nuovo in questo capitolo, che siamo di fronte sostanzialmente a una stablecoin e che per ogni moneta emessa ci saranno altrettanti fondi accantonati è una cosa che è già emersa in passaggi precedenti; in questo capitolo si va però più a fondo della questione spiegando un paio di meccanismi che in molti hanno trascurato. Libra non sarà una stablecoin in senso stretto, non sarà quindi agganciata al valore del dollaro o di un’altra moneta, ma al valore di un paniere di beni (di cui possono far parte oro, titoli di stato, altre valute, etc); il valore di questo paniere di beni è ciò che attribuisce valore a libra, quindi le varie valuta locali non è detto che vengano scambiate sempre in condizione di parità rispetto alla cripto made in facebook ma saranno anche loro soggette a fluttuazioni di valore. Il concetto è che però, dato che il valore di libra è garantito dai beni del paniere, la volatilità dovrebbe risultare ridotta.
0.5 L’associazione Libra
Questo capitolo ci serve a capire come in realtà libra sia sostanzialmente centralizzata con la semplice differenza che invece di avere un azionista di maggioranza avremo un centinaio di azionisti alla pari tra loro. L’associazione, si legge nel white paper, sarà infatti l’unica in grado di creare e distruggere le monete, le quali verranno coniate solo quando i rivenditori autorizzati avranno proceduto all’acquisto dei token con beni fiat e bruciate nel momento in cui gli stessi rivenditori autorizzati dovessero rivendere le loro monete all’associazione per riavere indietro le attività sottostanti; dal momento che i rivenditori autorizzati saranno sempre in grado di vendere monete all’associazione ad un prezzo pari al valore del paniere, questa agisce (attraverso la gestione delle riserve) come una sorta di “acquirente di ultima istanza.”
0.6 Prossimi passi
Il sesto capitolo dovrebbe costituire una specie di roadmap; qui infatti viene chiarito anzi tutto la data ufficiale del lancio della moneta, che dovrebbe avvenire (il condizionale è d’obbligo) nel corso della prima metà del 2020 (ma secondo me non è così improbabile che il tutto slitti più verso la fine dell’anno). Per tutto il resto nulla di epocale, sono i normali passaggi che occorre fare per lanciare una nuova criptovaluta, sarebbe interessante sapere a che punto sono i vari passaggi ma nel merito, ovviamente, non viene data alcuna informazione; la sensazione, per quanto mi riguarda, è che il lavoro da fare sia ancora tanto, e qualche dubbio relativamente al fatto che riusciranno a finire il tutto entro la prima metà del 2020 è francamente comprensibile nutrirlo.
0.7 Come partecipare
Qui si spiega principalmente come partecipare alla rete, sia da sviluppatori che eventualmente in qualità di investitore; non fatevi illusioni però, si vocifera che per entrare nell’associazione (cioè per diventare un nodo validatore) occorra investire almeno 10mln di dollari, non esattamente un investimento alla portata di chiunque.
0.8 Conclusioni
Si aggiunge sempre un capitolo conclusivo, a qualunque testo, se non altro perché fa numero; ed è proprio questo il caso del white paper di facebook, aggiungere una pagina in più. Ancora qualche frasetta ad effetto, più che altro a certificare le ottime intenzioni che sicuramente (chi mai potrebbe dubitarne) sostengono il progetto, dopo di che applausi e sipario, si chiude qui.
Le reazioni alla criptovaluta di facebook
Come comprensibile le reazioni della comunità al lancio di Libra sono state istantanee e disparate; tra chi ha accolto con entusiasmo il progetto, considerandolo importante per trainare la crescita di bitcoin, chi (come il sottoscritto) ha espresso pubblicamente le sue perplessità rispetto al vantaggio di mettere i nostri dati finanziari nelle mani di un consorzio di aziende che sembra quasi una sorta di armata del male (quanto meno per quanto riguarda l’aspetto della tutela della privacy degli utenti) e chi poi, dotato di skills più tecniche, ha voluto evidenziare gli aspetti che reputa più critici del progetto. Tra gli sviluppatori che più si sono mostrati critici nei confronti di Libra segnalo Jameson Lopp, che in questo post su medium argomenta in maniera ferrea gli aspetti più critici della cripto made in facebook. Ci tengo a concludere segnalando anche il thread di Katherine Wu in cui ripercorre in 16 tweet alcuni degli aspetti più rilevanti della giornata.
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