E’ noto che gli usa stanno investendo, ed hanno intenzione di investire sempre di più, nella tecnologia blockchain; proprio dagli stati uniti arriva una nuova applicazione di questa tecnologia in ambito sanitario, più nello specifico per la gestione dei rimborsi tra enti statali e industria farmaceutica. Con un comunicato congiunto diffuso in data 2 maggio, infatti, alcuni dei colossi farmaceutici americani (ma sarebbe più opportuno definirli mondiali) come Pfizer, McKesson Corporation, AmerisourceBergen Corporation e Premier Inc hanno confermato che parteciperanno a MediLedger per sviluppare un’infrastruttura che consenta di ridurre i costi ed automatizzare il chargeback dei contratti.
Crescono le applicazioni in ambito sanitario
Il progetto mira inoltre a semplificare la condivisione dei big data sviluppando una rete comune tra aziende del settore farmaceutico e istituzioni; il comunicato informa anche sugli sviluppi recenti, riferendo che la rete avrebbe già stabilito un protocollo per la verifica dei farmaci rimborsabili. Le applicazioni della blockchain in ambito sanitario stanno negli ultimi tempi guadagnando sempre più spazio, non solo nell’ambito dei pagamenti, per velocizzare i processi e ridurre i costi, ma anche per la gestione dei dati sanitari. In Corea del Sud, ad esempio, il Gil Medical Center ha stipulato un accordo con Longenesis che si muove proprio in questa direzione, finalizzato cioè a migliorare l’efficienza della raccolta dati a tutto beneficio della ricerca medica con un occhio di riguardo per la privacy dei pazienti. Le applicazioni sono numerosissime e vanno dalla gestione dei pagamenti a quella dei dati, dall’identificazione dei pagamenti alla raccolta delle cartelle cliniche, impattano in maniera violenta sulla filiera di controllo dei farmaci permettendo di tracciare le catene di approvvigionamento facilitando in questo modo la prevenzione delle frodi e delle contraffazioni.
Tutto questo senza nemmeno arrivare ad ipotizzare l’inevitabile fusione tra la tecnologia blockchain e quella IOT; pensiamo ad esempio alle straordinarie opportunità fornite in ambito di raccolta dati dai dispositivi indossabili, che possono tracciare lo stato di salute del paziente condividendo i dati attraverso una blockchain. Questo apre nuove entusiasmanti prospettive in termini di prevenzione di tantissime patologie, consente di salvare vite, di ridurre i costi, di sviluppare cure altamente targhettizzate, di monitorare lo stato di evoluzione delle epidemie (come nel caso ad esempio dell’influenza). L’impatto è importante anche per quel che riguarda il settore delle assicurazioni; il fatto che i dati raccolti non possano essere ne modificati ne alterati in alcun modo, l’uso degli smart contract per l’erogazione dei premi assicurativi, la riduzione delle frodi, tutto questo favorirà il miglioramento del servizio prestato all’utente, ridurrà i costi, renderà più snelle e veloci le procedure per il rimborso delle spese mediche, eviterà che le grandi compagnie assicurative accampino scuse per ritardare il pagamento di quanto dovuto.
Dal momento, infatti, che gli smart contract si autoeseguono alla presenza di determinate condizioni non sarà più possibile ricercare cavilli a posteriori per evitare di saldare i premi assicurativi. Insomma, i vantaggi sono così tanti e di portata così rilevante che diventa anche complicato enunciarli tutti; inoltre molti di questi vantaggi rimangono ancora sostanzialmente oscuri, perché nel momento in cui si svilupperanno le infrastrutture necessarie a produrre questo cambiamento epocale e si sarà realizzata la perfetta fusione tra IOT e blockchain emergeranno sicuramente nuovi ambiti applicativi che ad oggi non riusciamo nemmeno a immaginare. Tutto questo a dimostrazione che la blockchain non è solo fintech, ma una tecnologia che permette di sviluppare nuove infrastrutture per la gestione di sistemi complessi, riducendo costi e burocrazia a vantaggio di tutti, sia delle persone comuni che di aziende e istituzioni.
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