Le criptovalute hanno subito una forte battuta di arresto nelle ultime ore. Il bitcoin ha ceduto più del 10% del proprio valore, passando da una valutazione di €6300 al valore attuale che si aggira intorno ai €5500 ed azzerando di fatto i guadagni di Agosto.
Questo crollo ha scatenato una ripercussione su tutte le altre valute virtuali che stanno stanno tutte subendo perdite superiori al 10%, ed alcune anche sopra al 20%. È il caso di Ethereum, la cui valutazione è scesa sotto ai 200 Euro, subendo un calo quasi pari al 20% in meno di un giorno.
A che cosa è dovuto questo calo?
La logica ci dice che è ancora una volta il Bitcon, criptovaluta principale ed a maggior capitalizzazione, a comandare il mercato. Il crollo molto rapido che ha subito il valore di questa criptovaluta ha finito inevitabilmente per condizionare tutto il mercato. In poche ore sono stati venduti Bitcoin per un controvalore di circa 100 milioni di Dollari. La buona notizia è che il mercato li ha assorbiti, ma non senza conseguenze ovviamente.
Le ragioni intrinseche di questa vendita sono sconosciute, ovviamente, ma ci sono diverse ipotesi. C’è chi punta su una manipolazione del mercato da parte di qualche grosso player (una big whale in gergo) e chi crede invece che la causa sia da attribuirsi a delle news negative uscite nelle ultime ore.
La news principale ha a che vedere, ancora una volta, con Goldman Sachs. L’azienda ha infatti fatto sapere di aver abbandonato il progetto di creazione di un Crypto Trading Desk. La decisione, trapelata da fonti vicino alla banca di investimento, è uscita mercoledì su Business Insider, proprio poco prima del crollo.
Il progetto sarebbe stato abbandonato a causa della mancanza di una regolamentazione chiara in materia di criptovalute negli Stati Uniti. Per altri invece il progetto non è stato del tutto abbandonato, ma bensì messo in pausa, in attesa di un maggior coinvolgimento di Wall Street in questo nuovo mercato.
Sebbene nascano sempre più servizi ed in generale ci sia sempre un maggior coinvolgimento nell’ambito delle criptovalute, la poca regolamentazione ed il timore di una manipolazione del mercato rende ancora recalcitranti molti enti finanziari tradizionali. Ad alcuni questo potrebbe ricordare il contesto di mercato vissuto negli anni 2014-2015.
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