La discussione sulla solidità delle riserve di Tether è tornata al centro dell’attenzione, alimentata da analisi contrastanti che mettono in luce rischi e redditività dell’emittente della stablecoin più utilizzata al mondo (USDT).

Ardoino risponde alle accuse su Tether
Nel corso degli ultimi giorni si è riacceso un intenso confronto sulla stabilità finanziaria di Tether, la società che ha sviluppato la stablecoin più capitalizzata al mondo (USDT), dopo che Arthur Hayes ha pubblicato un’analisi in cui ipotizza potenziali vulnerabilità legate all’esposizione dell’azienda a oro e Bitcoin. Secondo il cofondatore del cripto exchange BitMEX, queste posizioni rappresenterebbero un’ampia scommessa sui tassi d’interesse americani che, in caso di inversione del mercato, potrebbe diventare un elemento critico. Hayes sostiene che un eventuale calo del 30% per Bitcoin e oro sarebbe sufficiente a erodere l’equity di Tether, rendendo USDT teoricamente insolvente.
Il dibattito si è rapidamente allargato, attirando interventi da parte di analisti ed esperti di mercato. Paolo Ardoino, CEO di Tether, ha respinto con forza le accuse, definendole una riproposizione di vecchi argomenti privi di fondamento. Ardoino ha ricordato come la società riporti costantemente un’eccedenza di equity e come gli influencer che diffondono timori non tengano conto della fotografia completa del bilancio.
Il downgrade di S&P e il confronto tra analisti
Un elemento essenziale, rilevato anche da diversi analisti, è che le riserve pubblicate da Tether coprono le passività legate alla stablecoin ma non includono una parte significativa delle attività societarie complessive. Joseph Ayoub, ex responsabile della ricerca crypto di Citi, ha sottolineato come la struttura del gruppo sia più ampia e diversificata rispetto a quanto appare nelle attestazioni trimestrali. Basti pensare che Tether ha acquistato nel 2025 una quota di circa il 10% del club Juventus F.C. Ayoub ha inoltre evidenziato che Tether genera profitti stimati attorno ai 10 miliardi di dollari l’anno, sostenuti dai rendimenti dei Treasury statunitensi e da investimenti complementari che contribuiscono a mantenere un’elevata liquidità.
Il confronto si è intensificato quando S&P Global ha assegnato a USDT un giudizio “molto debole” sulla capacità di mantenere l’ancoraggio al dollaro americano. La valutazione ha immediatamente alimentato nuove ondate di incertezza, ma Ardoino ha criticato l’approccio dell’agenzia, sostenendo che non avrebbe considerato la totalità degli asset del gruppo. Secondo i dati dell’attestazione Q3 2025, Tether avrebbe detenuto circa 215 miliardi di dollari in asset, a fronte di 184,5 miliardi di passività legate alla stablecoin, con circa 7 miliardi di equity aggiuntivo e una riserva di utili trattenuti di 23 miliardi.
Un contributo ulteriore al dibattito arriva dall’analisi comparativa di Willy Woo, secondo cui Tether ha dimostrato una resilienza superiore rispetto a istituti bancari tradizionali durante i periodi di forti riscatti. Woo ricorda come, durante le ondate di redemption del 2022, la società abbia rimborsato tra il 20% e il 25% del circolante senza difficoltà, un risultato superiore alle performance di banche come Silicon Valley Bank o First Republic. Attualmente, Tether detiene circa il 77% degli asset in strumenti cash-equivalent, mentre la restante parte è distribuita tra oro e Bitcoin, con un livello di overcollateralizzazione del 3%. Anche ipotizzando un tracollo del 30% degli asset volatili, USDT manterrebbe secondo Woo una copertura pari al 95%.
Bitcoin diventa ancora più utile nella DeFi
Mentre la solidità di Tether viene messa nuovamente in discussione, la finanza decentralizzata diventa sempre più utilizzata dai colossi finanziari, stimolando lo sviluppo di nuovi progetti che aumentano i casi d’uso per la principale criptovaluta, cioè Bitcoin.
Negli ultimi mesi Bitcoin Hyper ha sviluppato un ecosistema costruito come Layer2 su Bitcoin, ma compatibile con la Solana Virtual Machine, e progettato per superare i limiti storici della blockchain Bitcoin. La rete consente transazioni rapide, costi minimi e piena compatibilità con dApp, marketplace NFT e protocolli DeFi dell’ecosistema Solana. Il token nativo $HYPER è al centro dell’architettura della layer2 e viene utilizzato per staking (40% apy), governance, commissioni di rete e accesso a dApp esclusive.
La crescente attenzione verso soluzioni che espandono l’utilità di Bitcoin è uno dei fattori che ha alimentato l’interesse verso la prevendita di $HYPER, che ha superato i 29 milioni di dollari dal lancio. La disponibilità del token a prezzo scontato rispetto a quello di quotazione su exchange, la struttura interoperabile e un design concepito per aumentare la velocità e ridurre le fee rendono il progetto particolarmente attraente per chi ricerca nuove opportunità.
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