La giornata di contrattazioni per le azioni Generali si è chiusa senza particolari scossoni, con il titolo che ha mantenuto sostanzialmente invariate le posizioni rispetto alla seduta precedente. Il Leone di Trieste scambia sopra la soglia dei 34 euro, confermando quel modesto guadagno del 3% che caratterizza la performance mensile. Osservando l’andamento delle ultime settimane, emerge chiaramente come il colosso assicuativo abbia deciso di procedere con maggiore cautela rispetto ai mesi passati. Questo approccio più misurato non compromette minimamente l’eccellente risultato conseguito nell’arco dell’intero anno: Generali si conferma tra i migliori titoli del 2025 con un rialzo del 24%.
Le prospettive secondo gli esperti: visioni contrastanti
Il recente rallentamento del titolo, inserito nel contesto di un importante trend rialzista partito a gennaio, potrebbe far sorgere qualche dubbio sulla capacità di Generali di proseguire la sua corsa. Non ci sarebbe nulla di anomalo se anche il Leone dovesse tirare il freno, dato che risulta fisiologico per una società a lungo sotto i riflettori del mercato attraversare fasi di consolidamento. Tuttavia, analizzando gli ultimi aggiornamenti forniti da JP Morgan e Intesa Sanpaolo, questo scenario di arresto non sembra profilarsi all’orizzonte. Entrambe le case d’investimento mantengono infatti una visione decisamente ottimistica sul futuro del titolo.
Rating e target price: cosa dicono JP Morgan e Intesa Sanpaolo
Sia la banca americana che quella italiana hanno riconfermato la raccomandazione di acquisto sulle azioni Generali. Il titolo rimane quindi appetibile per gli investitori nonostante l’importante apprezzamento registrato dall’inizio dell’anno.
Le divergenze emergono invece sul fronte delle valutazioni di prezzo. JP Morgan identifica un obiettivo di 40 euro per azione, mentre Intesa Sanpaolo si attesta su una stima più conservativa di 37,1 euro. Considerando le quotazioni attuali della compagnia triestina, risulta evidente come la valutazione americana implichi un margine di crescita superiore rispetto a quella italiana.
Il consensus degli analisti: scenario più cauto
Due giudizi positivi potrebbero indurre a pensare che l’ottimismo rappresenti l’orientamento prevalente tra gli osservatori del mercato. La realtà dei fatti racconta però una storia differente.
Su un totale di quattordici analisti che seguono attivamente il titolo, il giudizio medio risulta essere neutrale, con una raccomandazione di mantenimento in portafoglio. Soltanto tre esperti consigliano l’acquisto, mentre uno addirittura suggerisce di alleggerire le posizioni.
Il dato forse più significativo riguarda il target price medio, che si colloca a 33,6 euro: un valore inferiore non solo alle stime di Intesa Sanpaolo e JP Morgan, ma soprattutto al prezzo corrente del titolo. Una situazione che suggerisce che, secondo la maggioranza degli analisti, lo spazio per ulteriori apprezzamenti risulti ormai limitato.
Barclays ed Equita: valutazioni più prudenti
Nelle prime settimane di novembre, anche Barclays ed Equita hanno espresso le loro valutazioni sulle prospettive del gruppo assicurativo. La banca britannica adotta una posizione particolarmente cauta, attribuendo al Leone un giudizio di sottopeso e fissando il prezzo obiettivo a soli 27 euro, molto al di sotto delle quotazioni attuali e praticamente azzerando ogni possibilità di guadagno.
La società di intermediazione milanese si colloca invece su posizioni più equilibrate, mantenendo la raccomandazione neutrale con un target di 35,5 euro, leggermente superiore ai valori di mercato.
Il programma di buyback prosegue
Sul fronte delle notizie societarie, l’unico elemento di rilievo riguarda l’avanzamento del programma di riacquisto di azioni proprie. L’operazione, avviata nel mese di agosto in seguito alla delibera assembleare dello scorso aprile, ha visto l’esecuzione di acquisti significativi sul mercato italiano.
Tra il 17 e il 21 novembre, Generali ha acquisito oltre un milione di azioni proprie al prezzo medio ponderato di circa 33 euro, per un esborso complessivo superiore ai 34 milioni di euro. Le transazioni sono state gestite quotidianamente attraverso l’intermediario designato, rispettando pienamente i parametri operativi stabiliti.
Gli effetti sul capitale sociale
Con questa nuova tranche di acquisti, il gruppo ha portato il totale delle azioni proprie detenute a oltre 45,6 milioni di unità, rappresentanti quasi il 3% del capitale sociale. L’obiettivo dichiarato del buyback rimane l’annullamento dei titoli acquistati, una strategia finalizzata a ottimizzare la remunerazione degli azionisti nel medio termine attraverso la riduzione del numero di azioni in circolazione.
La strategia finanziaria del gruppo
L’intensificazione del programma di riacquisto si inserisce perfettamente all’interno di una strategia finanziaria più ampia, caratterizzata da rigore nella gestione del capitale e attenzione alla liquidità disponibile. Il gruppo assicurativo, tra i principali operatori mondiali del settore, rafforza la propria posizione competitiva grazie a una presenza capillare in oltre cinquanta paesi e a una notevole capacità nella gestione degli asset.
I risultati del 2024 testimoniano la solidità dell’operatività: premi raccolti per 95,2 miliardi di euro e ben 863 miliardi di asset gestiti confermano la tenuta del business assicurativo e delle attività di asset management. La trasformazione digitale, l’articolazione dei canali distributivi e l’integrazione della sostenibilità nelle scelte strategiche costituiscono gli elementi portanti del modello aziendale del gruppo.
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