Dopo una settimana particolarmente negativa per l’intero mercato delle criptovalute, Dogecoin ha registrato un leggero rialzo durante il weekend, segnando un incremento di circa il 3%. Un movimento che ha attirato l’attenzione degli investitori, soprattutto perché avvenuto in un contesto dominato da vendite, incertezza macroeconomica e scarsa fiducia verso gli asset più rischiosi.
Nell’ultima settimana, Dogecoin aveva perso oltre l’11%, allineandosi alla debolezza generale del settore. Il recupero del fine settimana, pur modesto, rappresenta un tentativo di rimbalzo tecnico favorito da alcuni segnali social, piccoli ingressi speculativi e rinnovato interesse nei confronti delle memecoin. Tuttavia, la situazione resta delicata e gli indicatori mostrano che l’entusiasmo è ancora lontano dai livelli dei periodi più euforici.
Uno degli elementi più rilevanti riguarda le liquidazioni sui futures di Dogecoin, che nelle ultime 24 ore hanno superato i 5 milioni di dollari, con circa il 70% delle posizioni colpite appartenenti ai trader long. Ciò indica che il recente rialzo non è stato sostenuto da una base solida di acquisti, ma è stato piuttosto il risultato di movimenti speculativi e possibili short squeeze temporanei. In sostanza, il piccolo rimbalzo non basta, da solo, a invertire il trend ribassista.
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Le liquidazioni, nel mercato delle criptovalute, avvengono quando i contratti futures superano determinate soglie di rischio, costringendo gli exchange a chiudere forzatamente le posizioni, cancellando di fatto parte del capitale investito. Se questo fenomeno dovesse continuare, la pressione sui prezzi potrebbe peggiorare, favorendo nuovi cali.
Nonostante la debolezza strutturale, Dogecoin continua a godere di una forte visibilità mediatica, soprattutto grazie a figure come Elon Musk e ai contenuti condivisi dall’account ufficiale sui social, che mantengono viva la componente “meme” e l’attenzione del pubblico retail. Questo fattore, pur non influendo sui fondamentali economici dell’asset, contribuisce a preservare l’interesse speculativo e a sostenere temporaneamente il sentiment.
Dogecoin, essendo una criptovaluta altamente speculativa e legata più alla viralità che a un progetto tecnologico consolidato, rappresenta spesso un indicatore del rischio: quando gli investitori tornano a scommettere su token come questo, significa che la propensione al rischio nel mercato sta crescendo. Al contrario, quando prevale la paura, le memecoin sono tra le prime a perdere valore.
In questa fase, il rally di Dogecoin appare ancora fragile e legato più all’hype che a dinamiche strutturate. Il rebound è interessante da osservare, ma non sufficiente per parlare di inversione di tendenza. Molti investitori attendono ulteriori segnali macroeconomici, come i dati sull’inflazione e le politiche monetarie, prima di tornare ad assumere posizioni più aggressive sulle criptovalute ad alto rischio.
Dogecoin rimane quindi un asset da osservare attentamente: un termometro del sentiment del mercato crypto, utile per capire se stiamo entrando in una fase di recupero o se si tratta semplicemente di un rimbalzo momentaneo all’interno di un trend ancora debole.
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