Dopo un avvio di ottobre travolgente, Bitcoin (BTC) sembra aver perso la sua spinta rialzista. Il 17 ottobre la principale criptovaluta è scesa brevemente sotto i 105.000 dollari, segnando un calo del 17% rispetto al massimo mensile di oltre 126.000 dollari toccato solo pochi giorni prima. Nonostante un timido rimbalzo nel weekend, il clima resta teso: l’intero mercato crypto è ancora scosso dal più grande evento di liquidazione nella storia del settore e da crescenti timori legati al credito privato e alla politica commerciale cinese.
Tutto è iniziato con la minaccia di nuovi dazi dalla Cina il 10 ottobre, che ha scatenato una vera e propria valanga di vendite forzate. Secondo i dati di CoinGlass, in poche ore sono stati liquidati oltre 19 miliardi di dollari in posizioni con leva finanziaria, in quello che molti analisti hanno definito il “Black Friday delle criptovalute”. Da quel momento il mercato ha adottato una strategia “risk-off”, con un generale spostamento verso asset considerati più sicuri.
Conviene davvero comprare Bitcoin dopo il crollo?
Il classico invito social a “comprare il dip” torna puntuale ogni volta che Bitcoin scende, ma non sempre è una strategia vincente. Prima di tutto, è quasi impossibile individuare il punto minimo di un ribasso, e acquistare troppo presto può significare dover sopportare perdite temporanee anche pesanti. Inoltre, “comprare il dip” ha senso solo se si crede davvero nel potenziale di lungo periodo della criptovaluta.
Va ricordato che, nonostante la flessione di ottobre, Bitcoin segna ancora un +60% rispetto a un anno fa, e chi conosce la storia del settore sa che la volatilità è parte integrante del suo DNA. Le cadute improvvise non sono una novità: in passato BTC ha sempre saputo recuperare le perdite e toccare nuovi massimi. Tuttavia, questo non garantisce che la storia si ripeterà identica anche in futuro.
Secondo ARK Invest, una delle società più ottimiste sul lungo termine, Bitcoin potrebbe raggiungere 1,5 milioni di dollari nei prossimi anni, grazie al suo potenziale come valuta per i mercati emergenti, asset istituzionale e oro digitale. Lo stesso report evidenzia che nel 2025 i Bitcoin detenuti nei bilanci aziendali sono aumentati del 40%, mentre i fondi ETF spot su BTC hanno toccato nuovi record di accumulo.
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Bitcoin è davvero il nuovo “oro digitale”?
Il 2025 ha segnato una nuova fase per Bitcoin, che si è consolidato come asset sempre più maturo e istituzionale. L’arrivo di capitali da fondi d’investimento e società quotate ha ridotto la volatilità e rafforzato la narrativa del “digital gold”, cioè una riserva di valore destinata a durare nel tempo.
Come l’oro, anche Bitcoin è limitato nella sua offerta (solo 21 milioni di unità potranno mai essere minate), è decentralizzato e non può essere controllato da alcun governo. Inoltre, la blockchain ne garantisce la trasparenza e la resistenza nel lungo periodo. Tuttavia, i recenti movimenti di mercato mostrano che BTC non si comporta ancora come un bene rifugio.
Mentre l’oro ha continuato a salire raggiungendo nuovi record, Bitcoin ha perso buona parte dei guadagni accumulati nei mesi precedenti, comportandosi più come un titolo tecnologico che come un asset difensivo. Già nel 2022, durante l’aumento dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve, Bitcoin era crollato insieme alle azioni più speculative. Ciò dimostra che, pur avendo caratteristiche uniche, la sua stabilità come “bene rifugio” è ancora tutta da dimostrare.
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Acquistare solo per il prezzo basso? Un errore da evitare
Chi attendeva un punto d’ingresso più conveniente potrebbe considerare questo calo un’opportunità. Tuttavia, la vera domanda è: perché vuoi investire in Bitcoin? Se lo scopo è trovare un porto sicuro in tempi di incertezza, BTC potrebbe non essere la scelta ideale, almeno per ora.
Chi decide di entrare nel mercato deve essere consapevole che, in passato, Bitcoin è crollato anche del 75% nel giro di pochi mesi dopo aver raggiunto i suoi massimi storici. Per gestire questo tipo di volatilità, una strategia prudente può essere il dollar-cost averaging (DCA), cioè acquistare piccole quantità a intervalli regolari, invece di puntare tutto in un solo momento.
D’altra parte, chi crede nella crescente adozione istituzionale e nelle nuove regolamentazioni che stanno aprendo le porte ai Bitcoin ETF e alle tesorerie aziendali, potrebbe considerare l’attuale correzione come un’occasione per entrare. Il percorso di Bitcoin verso una piena integrazione nei mercati tradizionali è ormai avviato, ma la strada resta irregolare e ricca di ostacoli.
Negli ultimi dieci anni, Bitcoin ha sempre rimbalzato dopo i suoi crolli più violenti, e non è escluso che la storia possa ripetersi. Tuttavia, chi sceglie di investire oggi dovrebbe farlo con una visione chiara, un portafoglio diversificato e la consapevolezza che Bitcoin resta un asset ad alto rischio, ma anche con un potenziale di rendimento straordinario nel lungo periodo.
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