una moneta di Bitcoin con delle monetine impilate sotto di essa e un grafico a candele sullo sfondo una moneta di Bitcoin con delle monetine impilate sotto di essa e un grafico a candele sullo sfondo

Nuovo record in vista? Ecco perché ottobre potrebbe essere il mese d’oro di Bitcoin

Ottobre si è aperto con un tono decisamente rialzista per il mercato delle criptovalute, e molti investitori già si chiedono se assisteremo a un nuovo “Uptober”, il termine coniato dalla community per indicare il periodo in cui Bitcoin tende a registrare forti guadagni proprio nel mese di ottobre. Ma al di là dell’entusiasmo sui social, a contare davvero sono i fondamentali e le metriche di mercato.

Storicamente, ottobre è stato un mese favorevole per Bitcoin, con risultati positivi in 10 degli ultimi 12 anni secondo i dati di CoinGlass. Tuttavia, le performance passate non garantiscono il futuro. Per capire se il trend rialzista potrà proseguire, è utile guardare ad alcuni indicatori tecnici che in questo momento mostrano segnali interessanti.


1. Stablecoin Supply Ratio: la liquidità “pronta a entrare” nel mercato

Lo Stablecoin Supply Ratio (SSR) misura il rapporto tra la capitalizzazione di mercato di Bitcoin e quella delle stablecoin (monete digitali ancorate al valore del dollaro o di altre valute). In parole semplici, indica quanta liquidità “potenziale” è disponibile per essere convertita in Bitcoin.

Un SSR basso suggerisce che ci sia molta liquidità ferma in stablecoin, pronta a riversarsi sul mercato delle criptovalute. Al contrario, un SSR alto può indicare che la forza d’acquisto disponibile è più limitata.

Secondo i dati di CryptoQuant, al 4 ottobre l’SSR era pari a 16,3, in calo rispetto ai 19 punti registrati a metà agosto, quando Bitcoin aveva raggiunto il precedente massimo storico, ma superiore ai 13 punti toccati ad aprile. Questa situazione intermedia potrebbe significare che esiste ancora una discreta quantità di capitali pronti a essere impiegati.

Va però ricordato che le stablecoin oggi vengono sempre più utilizzate anche per altri scopi, come la finanza decentralizzata (DeFi) o i pagamenti internazionali, quindi un aumento della loro capitalizzazione non si traduce necessariamente in nuovi acquisti di Bitcoin.

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2. Open Interest ai massimi storici: cresce l’interesse dei trader

Un altro dato da osservare è l’Open Interest (OI), ovvero il valore complessivo dei contratti futures e opzioni aperti su Bitcoin. Questo parametro riflette il livello di partecipazione dei trader al mercato dei derivati.

Un Open Interest elevato, soprattutto quando si accompagna a un rialzo dei prezzi, segnala un aumento della fiducia e della partecipazione attiva degli investitori. Se invece i prezzi crescono mentre l’OI cala, il rally potrebbe essere vicino all’esaurimento.

Secondo CryptoQuant, il 5 ottobre l’OI di Bitcoin ha toccato un nuovo record di 46,3 miliardi di dollari, accompagnando l’aumento del prezzo oltre i 126.000 dollari. Questa combinazione suggerisce che la spinta rialzista abbia basi solide e che il sentiment resti positivo per il breve periodo.


3. Il rapporto Bitcoin-Oro secondo JPMorgan: il mercato potrebbe sottovalutare BTC

Un’analisi pubblicata da JPMorgan evidenzia come il rapporto di volatilità tra Bitcoin e oro sia sceso sotto quota 2, il livello più basso mai registrato. In altre parole, Bitcoin sta diventando meno volatile rispetto al metallo prezioso.

Secondo gli analisti, ciò potrebbe indicare che Bitcoin è sottovalutato rispetto all’oro, soprattutto se considerato come bene rifugio alternativo. JPMorgan stima che, per eguagliare il valore dell’oro in termini di rendimento corretto per il rischio, Bitcoin dovrebbe raggiungere circa 165.000 dollari.

Il ragionamento è che entrambi gli asset possono fungere da riserva di valore in un contesto di sfiducia verso le valute tradizionali. Tuttavia, bisogna ricordare che Bitcoin è ancora un asset giovane e soggetto a rischi aggiuntivi, tra cui regolamentazione, sicurezza informatica e sviluppi tecnologici non sempre prevedibili.

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Guardare oltre “Uptober”: la visione a lungo termine conta di più

Questi tre indicatori — SSR stabile, Open Interest record e minor volatilità rispetto all’oro — dipingono un quadro incoraggiante per il breve periodo, ma la strategia vincente resta quella di pensare a lungo termine.

Più che puntare sul possibile rally di ottobre, gli investitori dovrebbero valutare come Bitcoin si inserisce nella propria strategia complessiva, considerando il proprio profilo di rischio e l’orizzonte temporale dell’investimento.

In sintesi, anche se “Uptober” potrebbe ripetersi, la vera domanda è: quanto credi nella crescita strutturale di Bitcoin nei prossimi 5-10 anni? Chi saprà guardare oltre i meme e le mode del momento, puntando su analisi e consapevolezza, sarà probabilmente colui che beneficerà di più della prossima grande fase del mercato crypto.

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