La luna di miele tra Donald Trump e il settore delle criptovalute sta mostrando i primi segni di cedimento. Quello che sembrava un matrimonio perfetto, nato dalla necessità reciproca di sostegno politico e finanziario, inizia a rivelare le inevitabili tensioni tipiche di ogni relazione di potere. La promessa di trasformare gli Stati Uniti nella “capitale mondiale delle criptovalute” si scontra ora con le dinamiche reali della politica washingtoniana.
Le manovre dietro le quinte
Il primo vero scontro è emerso attorno a due proposte legislative cruciali: il Genius Act e il Clarity Act. Mentre la prima si concentra sulle stablecoin, la seconda prometteva una revisione più ambiziosa delle regolamentazioni crypto. Coinbase e Andreessen Horowitz (a16z) hanno tentato di combinare elementi di entrambe le leggi, cercando di ottenere quel quadro normativo completo che il settore bramava da anni. La mossa, tuttavia, non è stata gradita dalla Casa Bianca.
Un alto funzionario dell’amministrazione ha chiarito senza mezzi termini la posizione governativa: “Abbiamo detto loro che si stavano sbagliando di grosso“. Il messaggio era inequivocabile – le due leggi sarebbero rimaste separate e il settore avrebbe dovuto pazientare. Questa fermezza rivela una dinamica di potere in cui l’amministrazione Trump intende mantenere il controllo dei tempi e delle modalità della regolamentazione.
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I legami che diventano problematici
La questione si complica ulteriormente considerando i collegamenti personali tra il mondo crypto e l’orbita trumpiana. Chris LaCivita, ex co-responsabile della campagna elettorale presidenziale, siede nel consiglio consultivo di Coinbase, mentre Marc Andreessen di a16z esercita influenza attraverso il vicepresidente JD Vance. Questi rapporti, un tempo considerati vantaggiosi, ora sembrano fonte di attrito.
Particolarmente irritante per l’amministrazione è stata la strategia bipartisan di Coinbase, che ha incluso nel proprio consiglio consultivo David Plouffe, ex stratega di Barack Obama e Kamala Harris. Sebbene il dialogo con entrambi i partiti sia prassi comune nel lobbying americano, la cerchia di Trump mostra crescente diffidenza verso qualsiasi forma di collaborazione con i Democratici.
Il nuovo equilibrio di forze
La trasformazione dell’atteggiamento del settore crypto verso la politica è significativa. Da una comunità tradizionalmente libertaria e apolitica, le criptovalute sono diventate un attore politico influente, versando milioni di dollari nelle casse repubblicane durante la crisi di liquidità della campagna trumpiana. Questo sostegno finanziario ha creato aspettative di ritorno dell’investimento che ora si scontrano con i tempi della politica.
L’impazienze dei donatori crypto di “passare all’incasso” si scontra con la volontà dell’amministrazione di mantenere il controllo del processo legislativo. Il messaggio finale della cerchia presidenziale al settore è perentorio: rispettare le regole stabilite da Washington o cercare fortuna altrove. Questa dinamica potrebbe prefigurare tensioni più ampie nel rapporto tra innovazione tecnologica e potere politico nell’era Trump 2.0.
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