Negli ultimi mesi, stiamo assistendo a una vera e propria esplosione di aziende che scelgono di trasformarsi in Bitcoin Treasury Company, ossia società che investono una parte significativa (o addirittura la totalità) della propria liquidità in Bitcoin. Il modello a cui tutti sembrano ispirarsi è quello di Strategy, il nuovo nome di MicroStrategy, che ha fatto scuola per via del suo rendimento stellare rispetto alla stessa criptovaluta.
Ma è davvero una strategia da “diventare milionari”? O stiamo entrando in un nuovo territorio speculativo dove i rischi superano i benefici?
MicroStrategy (oggi Strategy): il caso emblematico
Per capire il potenziale di questo tipo di investimento, basta osservare la performance di Strategy da quando ha avviato il suo piano di acquisti massicci di Bitcoin, ovvero da agosto 2020. In questi cinque anni, la società ha registrato una crescita del 3.422%, contro il “solo” 940% del Bitcoin nello stesso periodo.
Il motivo di questa sovraperformance risiede nel suo approccio aggressivo: Strategy ha sfruttato l’indebitamento e la leva finanziaria per moltiplicare i guadagni in fase di bull market. Il risultato? Un’azione che, a partire da gennaio 2024, ha sovraperformato la stessa criptovaluta su cui si basa.
Con un +50% dall’inizio dell’anno contro il +30% di Bitcoin, Strategy ha convinto molti investitori che puntare su una Bitcoin Treasury Company possa essere una scorciatoia verso la ricchezza.
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Perché queste aziende battono il Bitcoin
Il segreto sta tutto nella leva finanziaria. Queste società contraggono debiti a basso tasso per acquistare grandi quantità di BTC, scommettendo su un aumento continuo del prezzo. Quando il prezzo sale e i tassi d’interesse restano contenuti, la strategia funziona a meraviglia. E oggi le condizioni sembrano perfette:
- Bitcoin ha superato i $120.000, partendo dai $69.000 di novembre
- Il costo del capitale, seppur in aumento rispetto agli anni scorsi, è ancora gestibile
- Il clima politico e normativo, specie negli Stati Uniti, è diventato più favorevole alle criptovalute
In un contesto simile, ogni dollaro investito a leva produce rendimenti amplificati. Non sorprende, dunque, che sempre più imprenditori miliardari stiano creando proprie aziende-cripto per cercare di replicare il “modello Strategy”.
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Ma cosa succede se il trend si inverte?
Qui arriva la parte più rischiosa. L’intero castello si regge su tre pilastri:
- Prezzo di Bitcoin in crescita
- Accesso continuo a capitale a basso costo
- Ottimismo e fiducia degli investitori
Se anche solo uno di questi elementi dovesse venire meno, la leva finanziaria si trasforma da alleata a minaccia. Le società potrebbero trovarsi costrette a vendere parte dei propri BTC per far fronte agli interessi o alle rate del debito. In altre parole, la spirale virtuosa può diventare un circolo vizioso.
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È una nuova bolla pronta a esplodere?
Alcuni analisti iniziano a sollevare segnali d’allarme. CNBC, ad esempio, ha messo in guardia dal possibile scoppio di una bolla legata alle Bitcoin Treasury: troppe società stanno entrando in questo mercato, spinte dalla promessa di rendimenti rapidi e dalla fama di chi le ha precedute.
Ogni settimana, una nuova azienda sembra annunciare piani per acquistare centinaia di milioni in BTC. Alcune sono pure play, che investono esclusivamente in Bitcoin. Altre sono ibride, che mantengono attività tradizionali ma integrano grandi riserve di criptovalute nei bilanci. Altre ancora dichiarano di voler usare i BTC per creare servizi finanziari innovativi.
Ma il rischio è che anche aziende in difficoltà stiano adottando il Bitcoin come ultima spiaggia per rilanciare il prezzo delle azioni, come accadde con le “dot-com” all’inizio degli anni 2000.
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