Il progetto di una valuta digitale europea non è utopia, infatti l’Abi (Associazione bancaria italiana) ha dato la propria disponibilità a partecipare a un progetto volto alla creazione di un euro digitale, che possa velocizzare i processi di transazione e renderli più efficienti.
Banche italiane apripista di un progetto comune
Le banche italiane potrebbero quindi fare da apripista a un progetto europeo più ampio, che potrebbe coinvolgere gli istituti bancari di tutti i paesi dell’eurozona.
Secondo l’ABI l’euro digitale «rappresenta un’innovazione nel campo finanziario in grado di rivoluzionare profondamente la moneta e lo scambio» e i vantaggi potrebbero non essere solo limitati.
Infatti l’Associazione bancaria italiana sottolinea come potrebbero esserci vantaggi «in particolare in termini di efficienza dei processi operativi e gestionali».
Già da un anno esiste un gruppo di lavoro incaricato dall’ABI proprio sulle valute digitali. Dunque l’interesse delle banche italiane verso i cripto asset non è fantascienza, ma è concreto.
Una valuta digitale europea che segue le norme
L’idea di un euro digitale può essere conveniente non solo per velocizzare le transazioni e i processi operativi, ma anche per altre ragioni.
Un euro digitale seguirebbe le norme vigenti e vivrebbe sotto la supervisione della BCE, che vorrebbe mantenere una cosiddetta stabilità monetaria.
In particolar modo un euro digitale potrebbe fare concorrenza a soluzioni simili, ma private, come per esempio Libra di Facebook, ma anche verso altre criptovalute come il Bitcoin.
Infatti l’essenza del Bitcoin è la decentralizzazione, ovvero l’opposto di un eventuale euro digitale, che immaginiamo si muoverebbe sotto l’ègida della Banca Centrale Europea.
Valuta digitale di Banca Centrale Europea: stablecoin o altcoin?
Immaginiamo che una potenziale valuta digitale di Banca Centrale Europea sia una stablecoin con il suo valore legato all’euro.
Proprio per questa ragione parliamo di euro digitale. Sarebbe infatti un asset digitale il cui valore sarebbe legato a quello dell’euro. L’andamento del prezzo di questo nuovo crypto-asset sarebbe pressoché lo stesso di quello dell’euro.
Una stablecoin, come si evince dal termine, è più stabile e quindi meno volatile di una classica criptovaluta come per esempio Bitcoin, Ethereum o Ripple.
Euro digitale: opportunità o rischio per le criptovalute?
La nascita di una potenziale valuta digitale europea potrebbe essere vista sia come un’opportunità, ma anche come un rischio per le criptovalute.
Il rischio infatti è quello di offrire ai cittadini una soluzione crypto, ma centralizzata. Di fatto la fine della missione e dell’essenza delle criptovalute stesse, definite un movimento politico da Charles Hoskinson, fondatore di Cardano.
È indubbio che i membri più intransigenti della comunità crypto non vedrebbero di buon occhio l’entrata in questo mercato delle banche centrali, ma in un certo senso possiamo trovare degli aspetti positivi.
L’interesse delle banche centrali, delle grandi aziende o delle banche d’affari come Jp Morgan, che ha fondato la sua JPM Coin, una stablecoin legata al dollaro, potrebbe essere visto come una vittoria del mondo crypto.
In tal senso infatti la finanza tradizionale cambierebbe la propria impostazione modificando la sua natura e aprendosi a soluzioni alternative, proprio come i crypto-asset.
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