Tornano le fake news su bitcoin, questa volta a spacciare notizie false sono i funzionari della FED

Ci risiamo, ogni volta che bitcoin rompe un supporto ecco che sistematicamente torna il FUD e le fake news; questa volta a spacciare notizie false è direttamente la federal reserve americana, il fatto poi che certi luoghi comuni trovino diffusione sistematicamente durante i cicli ribassisti denota chiaramente che a monte c’è la volontà di manipolare i mercati. Andiamo con ordine, però, e spieghiamo precisamente che cosa è successo; nel corso di una recente conferenza tenutasi a Francoforte, in Germania, è stato invitato a parlare Lael Brainard, membro del consiglio di amministrazione della FED, il quale non ha trovato nulla di meglio da dire che sostenere che la metà dei volumi mossi da bitcoin sono riconducibili ad attività illegali non meglio precisate. Brainard fa riferimento, nel corso del suo intervento, a “studi recenti” che però non cita mai espressamente, il che è curioso visto che tutti i maggiori studi fatti sulle transazioni di bitcoin sono concordi nell’affermare che i volumi relativi ad attività illecite riguardano solo una minima parte dei volumi complessivi e, per altro, sembrano essere in costante e sistematica diminuzione. Brainard sostiene poi che solo un terzo degli scambi di criptovalute si è adeguato alle direttive antiriciclaggio, il che magari sarà anche vero, ma questo non implica necessariamente che i volumi che transitano per quelle piattaforme siano riconducibili ad attività illecite. Brainard è arrivato addirittura a bollare come criminali larga parte della comunità, affermando, senza mezzi termini che:

bitcoin

“Uno studio ha stimato che oltre un quarto degli utenti di bitcoin e circa la metà delle transazioni di bitcoin sono associati ad attività illegali”

Insomma, non si è limitato a bollare come di provenienza illecita la metà dei volumi di bitcoin, ha proprio definito il 25% della comunità come dei criminali; peccato solo che tutto questo non può neanche più essere fatto rientrare nell’alveo delle opinioni personali, semplicemente Brainard diffonde fake news, notizie prive di qualunque fondamento e già ampiamente smentite da decine di ricerche e tonnellate di documentazione che certificano, oltre ogni ragionevole dubbio, esattamente il contrario di quanto affermato da Brainard. Non si può quindi fare a meno di notare come sistematicamente le istituzioni (in generale) scarichino quelle che sono le proprie responsabilità sul capro espiatorio di turno; denunciano la pericolosità delle fake news sui social mentre sono la prima fonte di fake news a livello globale, puntano il dito contro le stablecoin affermando che queste monete mettono a rischio la stabilità finanziaria globale quando sono proprio le istituzioni che, a colpi di finanza creativa, l’hanno messa a repentaglio. Quelle stesse istituzioni che parlano di contrasto al terrorismo mentre fanno accordi commerciali con paesi (come l’Arabia Saudita) che sono tra i primi finanziatori del terrorismo, che prendono accordi con criminali di guerra e genocidi (come ha fatto la comunità europea nel recente scandalo scoperto da Avvenire sugli accordi tra il nostro governo e il trafficante di esseri umani noto come Bija); è seriamente esilarante che un sistema che si fonda largamente sulla corruzione abbia anche il barbaro coraggio di parlare così tanto di legalità, di contrasto alle attività illecite, quando sono proprio le istituzioni stesse a tirare le redine di quello che ormai appare essere a tutti un sistema chiaramente e dichiaratamente criminale. Un sistema che si inventa prove false per scatenare delle guerre, un sistema che mette a rischio i risparmi di milioni di persone inondando i mercati di liquidità al solo scopo di tenere in piedi il sistema della grande speculazione globale che, altrimenti, sarebbe già collassato su se stesso, un sistema che ha già fatto pagare ai cittadini gli esiti disastrosi delle proprie scelte scellerate durante la crisi del 2008 e che oggi si appresta a fare di nuovo la stessa cosa.

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