Tether è una presenza centrale nel mercato delle criptovalute e viene spesso percepito come un punto di riferimento stabile. Tuttavia, dietro l’apparente sicurezza di USDT si nasconde un rischio che non dovrebbe essere sottovalutato da chi investe o fa trading nel settore crypto.
Perché Tether è così importante nel mercato crypto
Tether è lo stablecoin più utilizzato al mondo e domina il mercato per volume di scambi. Il suo valore è ancorato al dollaro statunitense e questo lo rende uno strumento chiave per chi vuole proteggersi dalla volatilità di Bitcoin e delle altre criptovalute. In momenti di forte incertezza, molti investitori convertono i propri asset in USDT per preservare valore e liquidità.
Proprio questa funzione di “rifugio temporaneo” ha reso Tether una colonna portante dell’ecosistema crypto. Tuttavia, la sua centralità amplifica anche i potenziali problemi legati alla fiducia.
Il nodo critico della trasparenza di Tether
Il punto più delicato riguarda la trasparenza delle riserve. Tether Limited, la società che emette USDT, è sotto osservazione da anni. Già a partire dal 2017 sono emersi dubbi sulla reale copertura uno a uno tra token emessi e dollari detenuti in riserva.
Le indagini delle autorità statunitensi hanno rivelato che in passato una parte delle riserve di Tether non era completamente disponibile per garantire USDT, ma veniva utilizzata per coprire difficoltà finanziarie di Bitfinex, exchange collegato alla stessa proprietà. A seguito di queste vicende, entrambe le società sono state escluse dalle operazioni nello Stato di New York.
Nonostante Tether abbia successivamente rafforzato la propria struttura, la fiducia non si ricostruisce automaticamente e la questione resta aperta per molti investitori.
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Le riserve offshore e i limiti di controllo
Un altro aspetto che solleva perplessità è la scelta di Tether di affidarsi a istituti bancari offshore, in particolare in giurisdizioni come le Bahamas. Questi contesti possono prevedere standard di divulgazione meno rigorosi rispetto a quelli statunitensi, riducendo il livello di controllo esterno sulle riserve.
Inoltre, Tether pubblica aggiornamenti sulle proprie riserve con cadenza trimestrale, un intervallo che per molti operatori risulta poco frequente considerando l’enorme peso sistemico di USDT nel mercato crypto globale.
Il confronto con USD Coin
Nel panorama degli stablecoin, USD Coin rappresenta spesso il termine di paragone. Il suo emittente, Circle, ha sede negli Stati Uniti ed è sottoposto a regole di trasparenza molto stringenti. Dal 2025 la società è quotata in borsa, con obblighi di rendicontazione verso la SEC.
Circle fornisce report mensili dettagliati sulle riserve, un approccio che rafforza la fiducia degli investitori istituzionali. Il rovescio della medaglia è una liquidità inferiore rispetto a Tether, che rimane lo stablecoin più scambiato al mondo.
Stablecoin: utili ma non privi di rischi
La scelta tra Tether e altri stablecoin è spesso un equilibrio tra liquidità e trasparenza. USDT offre una profondità di mercato difficilmente eguagliabile, ma richiede una maggiore attenzione sul fronte della fiducia. USDC, al contrario, punta su controlli rigorosi, sacrificando parte del volume.
È importante ricordare che nessuno stablecoin è totalmente privo di rischio. In condizioni di stress di mercato, problemi di liquidità o cambiamenti normativi, anche i token ancorati al dollaro possono temporaneamente perdere il peg, causando perdite a chi li converte in valuta fiat.
Per questo motivo, chi investe in criptovalute dovrebbe considerare gli stablecoin come strumenti utili ma non infallibili, valutando sempre il contesto, l’orizzonte temporale e il livello di rischio complessivo del proprio portafoglio.
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