Nel 2021 Shiba Inu ha vissuto uno dei rally più spettacolari della storia crypto, trasformando pochi dollari in fortune inimmaginabili. Da allora, però, l’euforia si è sgonfiata e il token è rimasto in ombra rispetto ai giganti del settore. Eppure, proprio quell’impennata leggendaria continua a farlo restare sotto i riflettori. La domanda che molti si pongono ora è semplice: dove potrebbe trovarsi Shiba Inu tra 12 mesi?
Un “meme coin” nato su Ethereum
A differenza delle criptovalute più strutturate, Shiba Inu non possiede una blockchain propria: è un token ERC-20 costruito all’interno della rete Ethereum. Questo significa che ogni unità è identica all’altra e può essere scambiata come qualsiasi altra criptovaluta. È una logica totalmente diversa dai token ERC-721, più noti come NFT, dove ogni pezzo è unico.
Curiosamente, il fatto di essere un semplice ERC-20 ha rappresentato sia un vantaggio che un limite.
✔ Vantaggi:
- costi e tempi di sviluppo ridotti;
- affidabilità ereditata dalla rete Ethereum;
- accesso immediato a infrastrutture e upgrade già esistenti.
✘ Svantaggi:
- congestione della rete durante i picchi di utilizzo;
- commissioni variabili che possono superare i 2 dollari a transazione;
- percezione di token “derivato” e meno innovativo rispetto a progetti con blockchain dedicata.
Può davvero distinguersi dagli altri?
Il mercato tende a premiare crypto con tecnologie proprietarie e casi d’uso più solidi. Per questo Shiba Inu ha combattuto a lungo contro l’etichetta di meme coin speculativa. Tuttavia, il team ha provato a costruire un ecosistema autonomo, tra cui:
- ShibaSwap, un exchange decentralizzato che permette lo scambio di asset;
- meccanismi di “burying” simili allo staking, dove gli utenti bloccano token in cambio di ricompense.
Il problema? I rendimenti sono estremamente bassi. Su Kraken, i dati più recenti parlano di un APY di appena 0,1%, lontanissimo dal rendimento medio dell’S&P 500 (circa 1,1%) o da quello di Solana, che può toccare il 9%.
Insomma, il tentativo di Shiba Inu di reinventarsi non ha ancora convinto gli investitori più seri.
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Dove potrebbe arrivare Shiba Inu nei prossimi 12 mesi?
La verità è scomoda ma realistica: le caratteristiche interne del token probabilmente avranno poco peso nel breve periodo. SHIB rimane un asset fortemente speculativo, la cui traiettoria dipenderà più dall’umore generale del mercato crypto che dai suoi progressi tecnici.
Ci sono però elementi macro che potrebbero spingere tutto il settore:
- una linea regolatoria statunitense più morbida e orientata alla chiarezza invece che alle sanzioni;
- proposte politiche come una riserva strategica di Bitcoin;
- incentivi alla diffusione delle stablecoin grazie alla Genius Act.
Queste dinamiche potrebbero migliorare la percezione delle criptovalute a livello istituzionale, e con un mercato euforico anche Shiba Inu potrebbe beneficiare di rally improvvisi, proprio com’è accaduto in passato.
Non significa che diventerà un asset dominante o che supererà alternative più mature, ma la storia insegna che brevi fasi speculative possono generare crescite lampo.
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