Sul finire della settimana passata il vicepresidente dell’area economica del Venezuela, Wilmar Castro Soteldo, ha annunciato che il governo Venezuelano sta implementando la propria criptovaluta, il Petro.

Secondo il presidente Maduro, la criptovaluta dovrebbe aiutare il Venezuela ad uscire dalla crisi finanziaria che ha colpito il paese e che lo ha portato ad uno stato di iperinflazione. L’inflazione che ha colpito l’attuale moneta FIAT infatti, il Bolivar, ha portato la gente comune ad avvicinarsi al Bitcoin come sostituto per riserva di valore e per effettuare transazioni in modo più stabile.

Il presidente Maduro aveva annunciato l’intenzione di creare la prima valuta virtuale di uno stato nello scorso Dicembre, e adesso sembra che l’uscita dei Petros sia incombente.

Venerdì scorso, infatti, Maduro ha dichiarato di aver ordinato la creazione di 100 Milioni di Petros, e che ciascuno di esso avrà il valore di un barile di petrolio Venezuelano. Oltre a questo il presidente ha anche annunciato il primo meeting di miners del Petro che si terrà il prossimo 14 Gennaio.

Già nelle scorse settimane Maduro aveva rivelato di aver allocato più di 5 miliardi di barili di greggio per supportare questa criptovaluta, nonostante questo alcuni oppositori restano scettici.

In una recente intervista ad Abc International, il capo della “National Assembly’s Finance Commission”, Jose Guerra, ha dichiarato che la legge Venezuelana sugli Idrocarburi proibisce di utilizzare le riserve di petrolio sottosuolo per fini commerciali o per operazioni finanziare e perciò il Petro non potrebbe essere emesso con delle riserve di greggio a garanzia.

In Venezuela l’inflazione resta galoppante, la maggior parte delle stime parlano di valori superiori al 2000% su base annua. Alcuni, come il professore dell’università di  Baltimora Steve Hanke, ha calcolato che l’inflazione annuale al primo gennairo del 2018 sarebbe addirittura del 3498%.

In uno scenario economicamente apocalittico, Maduro cerca una svolta tramite la tecnologia. Il petrolio Venezuelano attualmente è valutato 58$ al barile, e se dovesse garantire il valore del Petro, esso potrebbe beneficiare di una certa stabilità. Certo è che il Petro, così come annunciato, sarebbe una criptovaluta alquanto inconsueta, emessa dallo stato e peggata al petrolio. Vedremo come verranno definiti i rewards per i miners ed i costi di transazione, su quali exchanges sarà possibile scambiarlo, etc.

 

Se il Petro verrà progettato per essere una “vera” criptovaluta, allora potrà avere un futuro ed un certo mercato anche tra i possessori di valute virtuali, altrimenti sarà probabilmente un fallimento.

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