Qualche giorno fa ci siamo occupati, non perché fosse una notizia ma più che altro per farci quattro risate, della disavventura costata 2000$ a Peter Schiff, noto patito dell’oro e altrettanto noto detrattore di fama mondiale di BTC; oggi torniamo sulla questione perché nella giornata di ieri lo stesso Schiff ha ammesso, e di questo gli va dato merito, che l’errore è effettivamente stato il suo e che, per tanto, non può avere nulla da recriminare. Proprio ieri, infatti, attraverso il suo account su twitter Peter ha confermato che:
“Il mio mistero Bitcoin è stato risolto. Ho scambiato il mio pin per la mia password. Quando Blockchain ha aggiornato la loro app sono stato disconnesso. Ho provato ad accedere di nuovo usando il mio pin, che era l’unica ‘password’ che avessi mai conosciuto o usato; inoltre, non ho mai avuto una copia della mia frase usata come seme di ripristino. Errore onesto ma costoso! “
Ovviamente la comunità ha colto la palla al balzo per evidenziare come non sia tollerabile che a criticare bitcoin sia una persona che ha dato dimostrazione di non conoscerlo affatto, del resto l’errore commesso da Peter Schiff è roba da principianti; per il resto in molti hanno rimarcato come probabilmente un utente con questo tipo di carenze farebbe semplicemente meglio a non accostarsi affatto alle criptovalute, non avendo neanche quel minimo di infarinatura indispensabile per usare questi strumenti. Altri ancora hanno rimarcato come, volendo usare bitcoin senza averne le competenze, la cosa migliore è affidarsi a un servizio di terze parti; questo stona decisamente col principio “Not your keys, not your coin” che è uno dei cardini per la comunità, tuttavia se una persona non è capace di gestire correttamente, e in sicurezza, le proprie chiavi private l’unica cosa che rimane da fare è o rinunciare o affidarsi a terze parti, sperando di non finire oggetto di una truffa. Del resto oggi come oggi sono numerose le aziende che hanno una buona reputazione e con le quali non si rischiano brutte sorprese, una persona come Peter Schiff, quindi, farebbe bene a orientarsi a servizi di custodia come quello, ad esempio, fornito da bakkt.
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