Negli ultimi tempi ci sta capitando spesso di parlare di come molti dei paesi più poveri stiano investendo nella tecnologia blockchain per favorire la crescita, oggi arriva una nuova notizia in tal senso che vede come protagonista l’ONU; secondo quanto riporta il sito di informazione tecnologica The Sociable, con un articolo di ieri, l’Ufficio delle Nazioni Unite per l’information technology sta lavorando allo sviluppo di soluzioni blockchain per la registrazione dei terreni in Afghanistan, un po’ come se in Italia spostassimo il catasto su un registro pubblico decentralizzato (ed un giorno succederà anche questo, è inevitabile).
Le nazioni unite puntano sulle Blockchain
Il programma avviato dall’ONU ha già tre anni di vita, è stato lanciato nel 2016, si chiama “city for all” e si pone come obiettivo quello di favorire la crescita sostenibile nei dodici centri urbani principali dell’Afghanistan, a partire ovviamente da Kabul, la capitale del paese. Secondo le stime, infatti, la popolazione afghana è destinata nei prossimi venti anni a spostarsi dalle campagne ai centri urbani, favorendo la nascita di vere e proprie metropoli; la blockchain, di conseguenza, sarà lo strumento fondamentale per permettere uno sviluppo urbano armonico e il miglioramento di alcuni servizi pubblici, a partire dalla sicurezza del territorio.
Non è la prima volta che l’ONU si trova ad investire su questa tecnologia, in precedenza, ad esempio, le Nazioni Unite hanno fatto ricorso alla blockchain per il monitoraggio e il finanziamento delle prestazioni sanitarie (a partire dalle campagne di vaccinazione) in Africa, per semplificare l’accesso alle cartelle cliniche e per creare un programma di micro-credito in Sierra Leone. Come non manchiamo mai di rimarcare quando ci occupiamo di queste notizie, quindi, è arrivata l’ora di porre un freno alla vulgata secondo cui blockchain e criptovalute sono settori d’interesse esclusivo dei grandi speculatori e di chi possiede enormi capitali, i fatti dimostrano invece come questa tecnologia produca benefici per tutti ed in particolar modo per le fasce più deboli della popolazione e per i paesi economicamente in difficoltà; stiamo quindi entrando, per concludere, in un nuovo paradigma che rivoluzionerà per sempre ogni aspetto della nostra socialità, a partire dall’economia, passando per i servizi sanitari e legali, fino alla struttura stessa delle democrazie, destinate a diventare sempre più inclusive e a rimettere al centro della vita politica dei paesi i singoli cittadini.
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