Quando parliamo di scarpe da tennis il primo nome che ci viene in mente è sicuramente Nike; l’azienda si è imposta negli anni per la qualità dei propri prodotti e per la spinta tecnologica impressa al settore, per cui non poteva farsi sfuggire la ghiotta opportunità di sfruttare la blockchain nei suoi processi di vendita. Ecco quindi che la Nike, nella giornata di ieri, ha brevettato le prime calzature tokenizzate su blockchain, si chiamano CryptoKicks e consentiranno ad azienda e clienti di tutelarsi dalla contraffazione. Il funzionamento è molto semplice, ad ogni scarpa è agganciato un token ethereum che consente non solo di garantire l’autenticità del prodotto ma anche di acquistarlo; sul brevetto, depositato questa settimana, si può leggere che:
“Un utente può acquistare un nuovo paio di sneaker molto ricercate da un fornitore verificato che può fornire informazioni sulla provenienza delle scarpe. Dopo aver ricevuta la scatola contenti le sneaker, l’utente scansionerà il QR code presente sulla confezione attraverso un’app per smartphone per verificarne l’autenticità.”
Quello che succede, in pratica, è che quando un cliente acquista un paio di scarpe di cui è stata verificata l’autenticità viene generata una rappresentazione digitale della scarpa stessa che viene poi a sua volta collegata all’identità dell’acquirente, il tutto assegnando un token; in questo modo l’unione tra scarpa digitale e token genera un CryptoKick, in pratica una scarpa virtuale (o digitale), la cui proprietà viene trasferita al cliente insieme al bene fisico. In linea di massima, stando a quanto riferiscono diverse fonti, i clienti potrebbero quindi iniziare a collezionare i beni digitali, selezionando alcune precise caratteristiche della scarpa e procedendo all’acquisto vero e proprio in un secondo momento; la cosa inoltre avrà un impatto non irrilevante sui collezionisti, che potrebbero collezionare sia le scarpe fisiche che i loro alterego digitali.
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