A comunicarlo il ministro per le politiche digitali e la pubblica amministrazione dello stato della Catalogna (Jordi Puignerò), con un comunicato stampa pubblicato dai siti locali la scorsa settimana; la nuova piattaforma si chiamerà IdentiCAT, si baserà su tecnologia DLT e permetterà ai cittadini catalani di accedere facilmente ai servizi digitali online mantenendo al contempo il pieno controllo sui loro dati con ottimi standard di sicurezza.
La Catalogna lancia la sua piattaforma blockchain
Che la Catalogna intendesse investire pesantemente sulla tecnologia blockchain è noto già da qualche mese, da giugno precisamente, quando è stata comunicata l’intenzione di potenziare il ricorso alle tecnologie informatiche nella pubblica amministrazione. Avremo modo di dire più avanti come questa notizia abbia un rilievo anche sul piano politico, sociale e geopolitico, per adesso riportiamo le parole del governo catalano che intanto ha assicurato che non ci sarà una raccolta dei dati personali degli utenti nell’ambito del sistema e che il governo svolgerà semplicemente il ruolo di validatore dei dati; nel comunicato, inoltre, si può leggere che:
“IdentiCAT sarà la prima piattaforma per l’identità digitale a livello europeo, sarà guidata dalla sfera pubblica e gestita dai cittadini stessi con l’obiettivo di diventare uno standard in Catalogna.”
La nuova infrastruttura permettere ai cittadini di utilizzare app per smartphone o appositi software per computer al fine di creare e gestire le proprie identità digitale con pieno valore legale e nel totale rispetto della privacy; tra le varie applicazioni possibili di questo sistema, giusto per fare un esempio, si potrà verificare la maggiore età di una persona senza che questa sia costretta a fornire dati riservati come il luogo o la data di nascita. Questa notizia, come accennavamo poco fa, va contestualizzata in un quadro più grande che coinvolge anche la lotta separatista della Catalogna; anche se è passato un po’ di tempo dalle proteste che sono finite in diretta sulle tv di tutto il mondo e il presidente Puigdemont non governa più lo stato (ma è riuscito a farsi eleggere al parlamento europeo, altro particolare non di scarsa rilevanza) sarebbe folle credere che il sentimento indipendentista sia sparito dalla società catalana.
Tale sentimento, infatti, è ancora vivo e continua a covare sotto la cenere; investire sulla tecnologia blockchain e DLT per creare sistemi che traccino l’identità dei cittadini è il primo passo per la Catalogna per dotarsi di quella infrastruttura (attualmente saldamente nelle mani del governo spagnolo) senza la quale separarsi dallo stato centrale sarebbe impossibile. Non è così difficile, allo stato attuale delle cose, immaginare che presto la Catalogna possa decidere di emettere un proprio token (ci sono diverse scappatoie nei trattati europei che lo consentirebbero) e a quel punto nulla potrebbe impedire ai catalani di separarsi dalla Spagna se non la violenza della polizia (a cui già il governo spagnolo ha attinto a piene mani in occasione dell’ultimo referendum indipendentista).
Uno degli aspetti più rivoluzionari della tecnologia blockchain, infatti, è proprio quello di minare l’autorità degli stati nazione rappresentando uno strumento formidabile per quelle popolazioni che vorrebbero separarsi dal governo centrale; questa tecnologia, inoltre, è comparsa in un momento storico in cui le istanze separatiste stanno riprendendo vigore, lo vediamo un po’ in tutto il mondo. Negli USA, per fare un esempio, stati come la California sono entrati in aperta rottura con il governo federale in merito alla legalizzazione della cannabis (anche se più di recente la situazione si è acquietata), più sintomatico il caso del Regno Unito dove quel pasticciaccio brutto della Brexit rischia di mandare in frantumi l’unità inglese, con la Scozia e il Galles che potrebbero ragionevolmente decidere di averne abbastanza e di voler proseguire per la propria strada, ed anche in Italia abbiamo l’annosa questione dell’indipendentismo Veneto e le rivendicazioni del popolo Sardo, mentre nel sud del paese le posizioni dei così detti “neo-borbonici” trovano sempre più sostenitori.
Bisogna poi considerare che la questione Catalana potrebbe dare nuovo impulso al separatismo basco, con effetti a catena anche per la Francia; per non parlare di quello che stiamo vedendo accadere proprio in questi giorni ad Hong Kong. Insomma, che ci sia una tendenza mondiale al separatismo e alla frantumazione degli stati nazione è cosa che molti analisti considerano ineccepibile, il fatto che la tecnologia blockchain si presti così bene ad assecondare tali rivendicazioni lo è altrettanto; ecco che, come ripetiamo ormai da mesi, innovazioni come le criptovalute e la blockchain appaiono chiaramente esulare dal mero discorso finanziario e tecnologico ed assumono una nuova rilevanza sul piano politico e su quello geopolitico. Una questione di cui pochi sembrano volersi occupare ma in merito alla quale come ValuteVirtuali desideriamo ritornare spesso nei prossimi mesi perché la consideriamo un tema assolutamente centrale nella contemporaneità.
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