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Il pump & dump di Trump porta via 300 miliardi di USD

Nel panorama finanziario globale, pochi fenomeni riescono a mostrare volatilità paragonabili a quella del mercato delle criptovalute. Gli eventi recenti hanno messo in luce come le dichiarazioni e le azioni politiche possano influenzare drasticamente l’andamento di interi settori finanziari, creando opportunità e rischi per gli investitori in tempi estremamente ridotti.

L’effetto Trump: dall’euforia al crollo

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato al centro di un fenomeno di mercato che ha visto la capitalizzazione complessiva delle criptovalute oscillare in modo estremo nel giro di poche ore. Lunedì, le dichiarazioni presidenziali riguardanti una possibile riserva crypto statunitense hanno generato un’ondata di entusiasmo tra gli investitori, portando a un aumento della capitalizzazione di mercato di circa 300 miliardi di dollari. L’annuncio aveva alimentato speranze di una legittimazione istituzionale delle criptovalute da parte della principale potenza economica mondiale.

Tuttavia, l’euforia è stata di breve durata. A distanza di appena 36 ore, il mercato ha subito un drastico ribaltamento in concomitanza con l’annuncio dell’entrata in vigore delle nuove tariffe commerciali firmate dal presidente Trump. La capitalizzazione totale è crollata di quasi il 14%, scendendo da oltre 3,2 trilioni di dollari a 2,82 trilioni. L’intera crescita generata dall’annuncio della riserva crypto è stata cancellata, lasciando molti investitori in una posizione difficile.

L’impatto di questi movimenti ha avuto conseguenze significative per i trader: secondo quanto riportato da Coinglass, più di 311.000 operatori sono stati liquidati nelle 24 ore successive al crollo, con perdite complessive che hanno superato il miliardo di dollari. Un dato che evidenzia la pericolosità di mercati altamente volatili e sensibili alle dichiarazioni politiche.

Analisi delle cause e reazioni degli esperti

L’economista Alex Krüger ha sintetizzato la situazione con parole dirette: “Trump l’ha pompato con un tweet. Trump l’ha scaricato con i suoi dazi. Tutto il suo operato. Triste ma vero”. Un’analisi che pone l’accento sulla capacità di singoli individui in posizioni di potere di influenzare mercati interi con dichiarazioni o decisioni politiche.

Altri analisti hanno cercato di interpretare più a fondo le dinamiche in gioco. Il trader conosciuto come “DonAlt” ha suggerito che il mercato abbia reagito negativamente quando gli investitori hanno realizzato che l’implementazione effettiva di una riserva crypto richiederebbe tempi lunghi e l’approvazione del Congresso, un processo tutt’altro che garantito.

Le decisioni tariffarie annunciate da Trump rappresentano un fattore determinante del crollo. Durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, il presidente ha dichiarato l’imposizione di tariffe del 25% su Canada e Messico, spiegando che l’obiettivo è incentivare la produzione automobilistica e di altri beni all’interno degli Stati Uniti. Contemporaneamente, un ordine esecutivo ha aumentato dal 10% al 20% le tariffe sulle importazioni dalla Cina.

L’impatto di queste misure protezionistiche non si è limitato al mercato delle criptovalute: anche i mercati azionari tradizionali hanno subito pesanti contraccolpi, con l’S&P 500 che ha perso circa 1,5 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato. La correlazione sempre più evidente tra criptovalute e mercati tradizionali evidenzia come il settore crypto stia progressivamente integrando dinamiche tipiche della finanza classica.

Le conseguenze sui principali asset digitali

Bitcoin, la criptovaluta di riferimento, è scesa fino a un minimo intraday di 82.864 dollari durante le prime contrattazioni in Asia martedì, registrando una perdita di quasi il 12% in poco più di 24 ore. L’indice della paura e dell’avidità di BTC, un indicatore del sentiment di mercato, è precipitato nella zona di “paura estrema”, segnalando un drastico cambio nell’umore degli investitori.

Ethereum ha subito un contraccolpo ancora più severo, scendendo al di sotto dei 2.000 dollari, un livello che non si registrava da novembre 2023. La seconda criptovaluta per capitalizzazione ha mostrato una vulnerabilità particolare alle oscillazioni di mercato, confermando un pattern già osservato in passato.

Anche le altcoin menzionate nella potenziale riserva crypto annunciata da Trump hanno visto evaporare la maggior parte dei guadagni ottenuti nelle 24 ore precedenti, dimostrando la natura effimera dei rally basati su notizie non consolidate da implementazioni concrete.

Un elemento tecnico interessante emerso da questo movimento di mercato riguarda i future su Bitcoin del CME (Chicago Mercantile Exchange): il crollo ha colmato un gap di 10.000 dollari che si era creato durante il fine settimana, quando i mercati tradizionali erano chiusi. I gap nei mercati dei futures rappresentano spesso obiettivi di prezzo che il mercato tende a raggiungere, un fenomeno ben noto ai trader esperti.

La rapida successione di eventi che ha caratterizzato questo episodio mette in evidenza alcuni fattori fondamentali per chi investe in criptovalute:

  • Impatto significativo delle dichiarazioni politiche sulla valutazione degli asset digitali
  • Correlazione crescente tra mercati tradizionali e criptovalute
  • Rischi elevati legati alla volatilità e alle liquidazioni forzate
  • Importanza di un’analisi critica degli annunci che sembrano troppo positivi
  • Necessità di considerare le tempistiche di implementazione delle politiche annunciate

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