Mentre in Italia fatichiamo ad implementare la fattura elettronica, creando tutta una serie di scompensi che hanno provocato caos e attacchi di panico ad aziende e partite iva, altrove, nel mondo, è iniziata l’era delle fatture intelligente. A spiegarcelo è CoinDesk, in un articolo pubblicato qualche ora fa, col quale ci illustra come la filiale islandese di Ikea abbia preso parte a una transazione internazionale usando la rete ethereum per semplificare la gestione dell’ordine di un rivenditore locale. A fornire la piattaforma che ha resto questo possibile è stata Tradeshift, società che supporta le aziende nella gestione delle catene di approvvigionamento sfruttando le criptovalute per la loro capacità di essere “denaro programmabile”. Ciò che è accaduto, in pratica, è che il rivenditore locale ha acquistato da IKEA saldando la fattura utilizzando la corona islandese tokenizzata di Monerium (una delle poche aziende ad avere una licenza per l’invio di denaro elettronico tramite blockchain) dimostrando così che è possibile usare moneta elettronica programmabile all’interno del contesto normativo attuale sui maggiori mercati internazionali. Tutto questo, come accennato, è stato possibile perché Monerium è stata autorizzata dall’autorità di vigilanza finanziaria islandese ad operare con valuta fiat su sistemi blockchain all’interno di tutto lo spazio economico europeo; Stefan Arnason, CFO della filiale islandese di Ikea, ha dichiarato in proposito che:
“Una catena di approvvigionamento finanziaria programmabile, in cui i partner commerciali possono collegare i flussi di informazioni ai flussi di denaro attraverso contratti intelligenti, trasformerà il modo in cui fornitori e clienti interagiscono.”
In pratica in un sistema di questo tipo sono gli smart contract a gestire il flusso di cassa, per cui una volta emessa la fattura i pagamenti si sbloccano automaticamente alla data prevista per il pagamento ed è persino possibile immaginare che lo stesso smart contract regoli anche il pagamento delle tasse (come ad esempio l’IVA) rendendo sostanzialmente impossibile evadere questo tipo di imposta. Immaginiamo, ad esempio, che i rapporti tra il rivenditore al dettaglio e il fornitore vengano tutti regolati in questo modo, nel momento in cui l’utente inserisce l’ordine uno smart contract lo prende in carico, preleva dal conto dell’utente la somma prevista, fa partire la spedizione della merce ordinata e salda le imposte previste per quella specifica transazione. Il tutto con un alto livello di automazione, in cui non è possibile alcun errore, dato che non è contemplato l’intervento umano e riducendo i costi per tutte le parti in causa, acquirente, fornitore ed anche lo stato.
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