Un altro anno volge al termine ed è, come sempre, tempo di bilanci; il 2019 era iniziato sull’onda dell’ottimismo per le criptovalute, con un bull run che ha riportato il prezzo di bitcoin sopra i 10mila dollari dopo il fondo toccato alla fine di quello che è stato a tutti gli effetti uno degli anni più duri per il mercato delle cripto, il 2018, con BTC che aveva toccato un minimo di poco inferiore ai 3mila dollari. Mentre il 2019 è stato un anno tutto sommato positivo per bitcoin lo stesso non può dirsi per le altcoin, che hanno subito invece perdite importanti rispetto ai massimi toccati nel 2017. Ancora peggio, invece, per quel che riguarda la sicurezza, il 2019 è stato uno degli anni più cupi per le piattaforme di scambio, paragonabile solo al crollo di Mt.Gox; a stilare una classifica degli hacking subiti dagli exchange è stato, nella giornata di oggi, CoinDesk, che però si è limitato a censire solo i sette casi più gravi, in realtà i furti subiti dalle piattaforme di scambio nel corso di quest’anno sono molti di più e, per altro, nella classifica di CoinDesk non compaiono i leaks dei dati privati degli utenti. Come ricostruito dal noto sito di informazione, quindi, il 2019 si è aperto col fallimento di criptopia avvenuto a seguito delle violazioni che a metà gennaio provocarono perdite ingenti per lo scambio, stimate in circa 16mln di dollari; nonostante gli sforzi fatti dalla piattaforma per proseguire nella sua attività lo scambio neozelandese è inevitabilmente capitolato presentando istanza di fallimento nel marzo successivo.
Sempre a marzo risale l’hack subito da DragonEx, piattaforma basata a Singapore, che ha subito un furto pari a 7mln di dollari, mentre ammonta compessivamente a 19mln di dollari il furto subito da Bithumb, sempre nel mese di marzo, dovuti alla sottrazione di 13mln di token EOS cui si sommano altri 6mln di XRP. Bithumb era stata già presa di mira dagli hacker l’anno precedente, nel 2018 il furto era stato però più ingente, alla piattaforma erano stati infatti sottratti ben 31mln di dollari, tuttavia questa volta ad essere presi di mira sono stati i fondi della piattaforma e non quelli degli utenti che, per una volta, non hanno quindi perso nulla. Il record per il maggior importo rubato nel corso del 2019 è sembrato spettare a Binance, l’exchange si è visto infatti sottratti ben 7mila bitcoin (pari a circa 40mln di dollari) nel corso di un hacking che ha rivelato una grave vulnerabilità di uno dei suoi hot wallet; fortunatamente l’exchange ha l’abitudine di accantonare una quota dei propri profitti proprio per far fronte a questo tipo di rischi, quindi gli utenti coinvolti dal furto si sono visti rimborsare i propri fondi e binance si è fatta carico delle perdite. Più modesto sembrava il furto subito a giugno da BiTrue, che s’è vista sottrarre 4,2mln di dollari in token XRP e ADA, tuttavia a seguito di una successiva revisione si è appreso che complessivamente il furto ammontava a 11,5mln di dollari, più del doppio di quanto inizialmente stimato; il mese successivo, a luglio, è toccato allo scambio giapponese BitPoint che ha perso la bellezza di 28mln di dollari sottratti dai conti di ben 50mila utenti i quali, fortunatamente, sono stati rimborsati da Remixpoint (la società che controlla lo scambio). Arriviamo quindi all’ultimo attacco in ordine di tempo subito dagli exchange, questa volta è stato il turno di UpBit che soffia così la prima posizione sul podio a binance, con un furto di ben 49mln di dollari subito proprio due giorni fa; ben 342mila ETH, infatti, sono volati via nel giro di pochi minuti, ad essere colpiti sono stati i wallet dello scambio e non quelli in cui sono custoditi i fondi degli utenti.
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