Nella giornata di ieri, con un comunicato stampa, il colosso delle telecomunicazioni spagnolo Telefonica ha comunicato di aver stretto una partnership strategica con APTE (acronimo che sta per associazione locale dei parchi scientifici e tecnologici) al fine di distribuire i propri nodi, che girano su blockchain Hyperledger, nei 52 siti di proprietà di APTE. Da questo momento, quindi, partirà una fase di test della durata di tre mesi durante i quali le aziende verranno incoraggiate a sperimentare servizi blockchain e a sviluppare dei propri token. Telefonica, in ogni caso, aveva iniziato a sperimentare con queste nuove tecnologie da oltre un anno, collaborando con aziende di primissimo livello (come IBM), con lo scopo di semplificarne l’adozione e con un occhio di riguardo proprio per la blockchain, l’intelligenza artificiale e i big data. L’amministratore delegato di Telefonica Spagna, Maria Jesus Almazor, ha affermato che il progetto porterà significativi benefici alle aziende ospitate nei parchi scientifici e tecnologici spagnoli, dichiarando, più nello specifico, che:
“Le aziende ospitate da APTE saranno in grado di beneficiare dei vantaggi della tecnologia blockchain senza dover affrontare la complessità intrinseca in essa, potendo quindi evitarsi di investire risorse per acquisire le conoscenze necessarie per sfruttarla al meglio.”
Questa notizia ci permette di mettere a fuoco una nuova tendenza nel mondo delle grandi compagnie telefoniche; sta infatti diventando molto comune che queste aziende lancino una propria rete, non fosse altro perché una delle principali applicazioni della tecnologia blockchain riguarda proprio la possibilità di creare mercati per la compravendita di traffico dati. Man mano che queste infrastrutture inizieranno a crescere e a consolidarsi, quindi, il loro uso diventerà sempre più diffuso anche perché parliamo di soluzioni che offrono alle aziende una via più semplice per implementare l’uso di questa tecnologia. Le cose, inoltre, stanno iniziando a muoversi anche in Europa e, sebbene il nostro continente sia rimasto indietro rispetto a molti altri paesi, ormai almeno per quel che riguarda la tecnologia blockchain il piglio sembra essere quello giusto; diverso il discorso per quanto riguarda le criptovalute, per le quali le istituzioni internazionali sembrano ancora intenzionate a procedere coi piedi di piombo, tuttavia, anche in questo caso, man mano che verranno emesse le prime CBDC probabilmente assisteremo a uno sdoganamento anche di questi strumenti.
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