Di solito quando parliamo di furti di criptovalute si tratta sempre di notizie abbastanza inquietanti, che tentiamo di sfruttare per ribadire alcuni elementari principi di sicurezza; non è però il caso di questa notizia che, anzi, suscita una certa ilarità. Cosa è successo? Semplice, una startup francese, attiva nell’industria delle criptovalute, nell’ottica di una riorganizzazione aziendale ha fatto un profondo repulisti di alcuni suoi dirigenti, tra questi anche colui che successivamente, per vendetta, l’avrebbe truffata. L’azienda, chiaramente, non si è minimamente preoccupata di gestire la cosa con un minimo di intelligenza e così le diatribe sulla strategia da adottare sono diventate una rottura profonda che ha portato a numerosi licenziamenti, anche questi gestiti in maniera evidentemente rude, visto ciò che è accaduto subito dopo. Ovviamente quando si licenziano dei dirigenti occorrono ancora più attenzioni e tatto di quanto il buon senso e la correttezza verso un lavoratore impongano già di solito, questo proprio a tutela dell’azienda, visto che un dirigente è impossesso di numerose informazioni che possono nuocere in vario modo; un principio di precauzione che l’azienda in questione evidentemente non ha reputato necessario, ignorandolo bellamente. Se questo non bastasse la startup non ha reputato nemmeno necessario rivedere i propri processi di sicurezza interna, motivo per cui il dirigente licenziato, per lavare l’onta dell’umiliazione subita, ha pensato bene di saccheggiare i wallet aziendali; se la startup non ha dato dimostrazione di intelligenza, però, ancora meno intelligente è stato il dirigente stesso il quale, conoscendo l’organizzazione aziendale, ha pensato bene di sottrarre piccole somme, abbastanza modeste da non far scattare immediatamente i controlli e arrivando così a sottrarre la bellezza di 182 bitcoin.
Questo modo di operare, però, ha rappresentato anche un indizio concreto che ha messo la polizia sulle tracce del ladro, è parso infatti da subito evidente che il furto dovesse essere stato commesso da un insider e, dati i pregressi, non è stato difficile identificare il responsabile che, adesso, è agli arresti con l’accusa di furto, riciclaggio di denaro e accesso fraudolento a sistemi di elaborazione dei dati, come riferito da Le Parisien in un articolo del 28 dicembre scorso. Il furto, per un valore complessivo di poco superiore al milione di euro, è il terzo più grande nella storia della Francia, ovviamente per quel che riguarda le criptovalute; insomma, all’ex dirigente sarebbe convenuto di più sottrarre l’intero importo in un’unica soluzione, con un minimo di accortezze sarebbe probabilmente riuscito a farla franca, tentando di eludere i controlli interni, invece, ha messo gli inquirenti sulle sue tracce. Del resto, anche se sottratti un po’ alla volta, un ammanco di 182 bitcoin dai conti dell’azienda difficilmente sarebbe potuto passare inosservato per sempre; come se questo non bastasse l’ex dirigente non è nemmeno riuscito ad occultare i fondi sottratti che sono stati, infatti, recuperati in larga parte dalle autorità e verranno presto restituiti all’azienda cui sono stati rubati. Una storia che ha del comico per il livello di incompetenza che lascia trasparire in tutte le parti coinvolte, gli unici a uscirne facendo una bella figura sono state le forze francesi che indagano sui crimini informatici, che hanno dato dimostrazione di saper fare il loro lavoro e anche piuttosto bene.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa
scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati.
Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta,
causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://valutevirtuali.com.