Great North Data, azienda canadese attiva nel mining, ha dichiarato istanza di fallimento probabilmente a seguito di insolvenza; a riferirlo è la CBC (acronimo di Canadian Broadcasting Corporation) con un articolo pubblicato sul proprio sito nella giornata di ieri. Secondo quanto si apprende l’azienda avrebbe accumulato passività per poco più di 10mln di dollari, avendo all’attivo però appena più di un terzo (3,5mln di dollari); a far precipitare la situazione, però, sono stati i rapporti con le istituzioni, la Great North Data, infatti, doveva poco meno di 240mila dollari al governo di Terranoa e Labrador, cui si sommano altri 210mila dollari investiti a titolo di contributo rimborsabile incondizionatamente nel 2015 dall’Atlantic Canada Opportunities Agenc. Il sito dell’azienda è già andato off line, mentre diversi siti di settore, che pure hanno provato a contattare la Great North Data, riferiscono che l’azienda non ha rilasciato note ne battute sull’accaduto. Con questa sono almeno tre le grandi mining farm che hanno chiuso i battenti nel 2019; prima della Great North Data, infatti, era stato il turno della Giga Watt (con sede a Washington) a gennaio e poi passare alla Bcause Mining (di Virginia Beach), poche settimane dopo, costretta a liquidare tutto e a licenziare ben 27 dipendenti.
Che il 2018 sia stato un anno molto difficile per le mining farm era risaputo, così come è noto che molte hanno continuato a minare in perdita per tutto l’anno che è durato il bear market, il punto è che adesso, con bitcoin che sembra voler scivolare di nuovo sotto i 7mila dollari, l’attività mineraria tornerà ad essere non più remunerativa, con conseguente calo della potenza di calcolo espresso dalla rete e con nuove grandi mining farm che decideranno di fare il passo più lungo della gamba continuando a minare in perdita ostinatamente, per poi finire a gambe all’aria nel giro di sei mesi o un anno. Quanto accaduto a Great North Data, e prima ancora a Giga Watt e a Bcause Mining, ci deve servire per capire che il mining andrebbe inteso come una vera e propria attività industriale, che richiede investimenti e strategia per essere svolta in maniera profittevole, che nulla può essere improvvisato e che se non si segue un piano di crescita preciso e dettagliato il rischio è quello di fallire molto velocemente e, per di più, travolti dai debiti; questo è vero sempre e lo è tanto di più in un paese come il nostro dove il costo dell’elettricità impone di fare onerosi investimenti per la produzione di energia rinnovabile anche solo per avere una minima speranza di minare con profitto.
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