La notizia, di per se, non è nulla di epocale, ma è un segnale del fatto che probabilmente qualcosa è destinato a cambiare sul mercato degli exchange; andiamo con ordine, secondo un annuncio pubblicato lo scorso 19 dicembre il noto scambio di criptovalute poloniex (che circle si appresta a vendere a una cordata asiatica) lancerà una nuova tipologia di account che consentirà agli utenti di prelevare fino a 10mila dollari al giorno senza la necessità di sottoporsi al processo di identificazione previsto dalla normativa KYC, ovverosia dalle norme antiriciclaggio. Poloniex afferma di aver voluto ascoltare i feedback degli utenti e, non senza un filo di piaggeria, si scusa per averci messo così tanto; da questo momento in avanti, quindi, i nuovi utenti sondi poloniex potranno registrarsi sulla piattaforma senza condividere i propri dati, semplicemente inserendo un indirizzo mail e scegliendo la propria password cosa che, comunque, gli permetterà di avere un’operatività completa sulla piattaforma, anche se verranno esclusi dal trading a leva e non potranno depositare ne prelevare valuta FIAT. In un certo senso si tratta di un ritorno al passato, del resto molti utenti si limitano ad accumulare bitcoin e si tengono intelligentemente lontani dal trading a leva, di conseguenza non è poi così problematico escluderli dagli adempimenti previsti dal KYC. Resta da capire come l’exchange gestirà la nuova normativa antiriciclaggio europea che entrerà in vigore dal prossimo gennaio e che ha già indotto alla chiusura diverse aziende del settore, piattaforme che neanche offrono servizi di trading ma che si occupano di tutt’altro; in ogni caso non è ancora noto quando questo tipo di opportunità prenderà il via e per adesso siamo ancora agli annunci.
Tutto questo non può che aprire una riflessione relativamente al fatto che gli exchange di criptovalute centralizzati si trovano in questo momento ad affrontare una fase particolarmente delicati, presi in mezzo a una morsa che vede da un lato i governi e dall’altro gli utenti; le piattaforme di scambio, in altre parole, devono adeguarsi alla normativa antiriciclaggio se vogliono continuare ad operare legalmente, ma devono anche trovare il modo di garantire il trading anonimo agli utenti se vogliono scongiurare il rischio di una migrazione di massa verso le piattaforme decentralizzate. Conciliare queste due necessità sembrava decisamente impossibile, eppure secondo quanto annunciato da Poloniex la soluzione appare essere semplice; d’altro canto a complicare le cose c’è la miopia delle istituzioni che non si rendono conto che se vogliono avere un minimo di controllo sul mercato devono necessariamente tenere in vita gli exchange centralizzati, in caso contrario i DEX prenderebbero il sopravvento e a quel punto, legge o non legge, non sarebbe più possibile alcun tipo di controllo sull’operatività degli utenti. Le istituzioni devono quindi accettare di cedere e concedere qualcosa alla privacy, se invece, come sembra, si intestardiranno ad equiparare gli scambi di criptovalute a dei veri e propri broker, con tutto ciò che ne consegue in termini di compliance, finiranno inevitabilmente per darsi la zappa sui piedi.
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