La notizia è arrivata ieri ed è sicuramente una nota positiva per il futuro di Ethereum; ma andiamo con ordine e tentiamo di capire bene di cosa stiamo parlando. Sappiamo che gli sviluppatori di Ethereum sono da tempo impegnati nel disegnare il passaggio della blockchain da un protocollo di consenso POW a uno POS, la cosa però è più facile a dirsi che a farsi, dal momento che i protocolli POS rischiano di favorire la centralizzazione della rete ancora più di quanto non avvenga con la proof of work.
Maggiore sicurezza per Ethereum
Dato che il fine ultimo degli sviluppatori Ethereum non è solo quello di migliorare la scalabilità ma anche quello di difendere la rete da attacchi esterni mantenendo intatta la natura decentralizzata della blockchain, di recente è emersa l’idea di concentrarsi prevalentemente su questo secondo punto introducendo un meccanismo che renda meno vantaggioso il mining con ASIC (un po’ come avviene già con monero); tutto questo è passato sotto il nome di ProgPow. Ogni modifica al protocollo di consenso, però, va ponderata molto accuratamente perché bisogna assicurarsi preventivamente che il codice non presenti vulnerabilità di alcuna natura; la notizia arrivata ieri, quindi, ci da conferma di un particolare molto importante, ad assicurarsi della bontà del codice sarà un audit esterno e indipendente, una società che si occupa di sicurezza informatica, la Least Authority con sede a Berlino.
La raccolta fondi per finanziare l’audit era partita a febbraio e ieri è arrivata appunto la conferma che l’importo necessario, circa 50mila dollari, è stato pienamente raggiunto attraverso donazioni effettuate dalla comunità. In una recente intervista rilasciata a coindesk Kristy-Leigh Minehan, uno degli sviluppatori di ProgPOW, ha affermato che:
“ProgPOW è un algoritmo capace di adattarsi dinamicamente sulla base dell‘intensità di elaborazione e di memoria delle attuali GPU consumer, il che minimizza qualsiasi vantaggio del mining fatto con ASIC specializzato.”
ProgPow, in altre parole, sarebbe un protocollo di consenso ASIC resistente, il che significa che garantisce e tutela la decentralizzazione della rete consentendo praticamente a chiunque di minare ethereum anche se non dispone di hardware estremamente ottimizzato e potente (come appunto sono gli ASIC). L’audit da parte di Least Authority dovrebbe partire la settimana prossima e i risultati definitivi dovrebbero arrivare già tra qualche mese, il prossimo luglio; si tratta, per concludere, di un’ottima notizia per tutti coloro che hanno deciso di investire su ethereum, quanto meno perché dimostra come gli sviluppatori non abbiano mai abbandonato il progetto e siano anzi impegnati a continuare a migliorarlo. Resta da vedere se l’audit confermerà la sicurezza offerta da questo nuovo protocollo di consenso oppure ne svelerà le criticità, per sapere come andranno a finire le cose, però, toccherà aspettare che Least Authority porti a compimento il lavoro per cui è stata ingaggiata.
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