La notizia è stata ufficializzata ieri, con un tweet dall’account ufficiale del wallet, ma era nell’aria già da qualche tempo; come si può leggere nel tweet, infatti:
“La prossima versione di Electrum supporterà i pagamenti Lightning. La nostra implementazione del nodo Lightning è stata fusa nel ramo principale di Electrum”
Questo è un passaggio molto importante per bitcoin, all’aumentare dei nodi Lightning Network, infatti, anche il tema relativo alla grandezza dei blocchi risulterà notevolmente ridimensionato; siamo comunque ancora lontani da una soluzione definitiva al problema della scalabilità, la Lightning Network è infatti ancora un progetto più che altro sperimentale e non è infrequente che emergano dei bug che, se pure prontamente risolti, dimostrano appunto che la rete non è ancora abbastanza matura ne solida. Nonostante la questione non attiri più le attenzioni della comunità e sembra quasi non costituire più un problema, quello della scalabilità rimane ancora oggi un tema che divide i bitcoiners; da un lato, infatti, i puristi non vedono di buon occhio la scalabilità off-chain, sostenendo che snaturi la visione originale di satoshi, il che è anche vero da un certo punto di vista, ma lo stesso problema lo avremmo se aumentasse la dimensione dei blocchi, dal momento che ben presto la blockchain diventerebbe troppo pesante per poter essere archiviata su un normale computer. La verità è che quello della scalabilità è un problema ancora oggi irrisolvibile senza sacrificare qualcosa alla decentralizzazione; non è infatti un caso che si parli di “trilemma” nel senso che delle tre caratterische principali di una blockchain (scalabilità, decentralizzazione, sicurezza) solo due possono coesistere contemporaneamente e dal momento che non si può sacrificare nulla alla sicurezza ecco che una criptovaluta o è decentralizzata o è scalabile. Ovviamente in mezzo a questi due estremi ci sono molte sfumature, si può migliorare la scalabilità sacrificando qualcosa alla decentralizzazione senza dare vita a una rete che sia assolutamente centralizzata; mi spiego meglio, anche nel momento in cui per minare bitcoin fossero necessari investimenti importanti (e per certi versi è già così oggi) questo non vorrebbe dire che la rete è centralizzata, solo che accedervi non sarebbe più alla portata di chiunque. Sinceramente esiste anche la possibilità che non si riesca mai a trovare una soluzione che tenga contenti tutti ed infatti è proprio su questi problemi che nel 2017 si è generato il fork che ha dato vita a bitcoin cash; solo il tempo ci dirà se esiste una soluzione al trilemma della scalabilità capace di tenere insieme tutta la comunità, senza produrre fratture, per adesso l’unica cosa che possiamo dire è che l’aumentare dei nodi sulla Lightning Network è comunque una cosa positiva e, in questo senso, lo è anche l’integrazione di questa soluzione con uno dei wallet più diffusi al mondo come electrum
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