La notizia ha iniziato a circolare ieri, in concomitanza con una dichiarazione pubblicata sul sito web della presidenza ucraina (appena cambiata a seguito della recente contesa elettorale); il paese, da tempo alle prese con una guerra civile di cui pochissimo si parla sui nostri media, ha infatti espresso grande interesse per il lavoro fatto dall’Estonia in merito a quello che viene chiamato e-government. Alla guida della delegazione il Mikhail Fyodorov, uno dei principali consiglieri del neo eletto presidente Volodymyr Zelens’kyj, che ha incontrato le autorità estoni in una due giorni tenutasi il 10 e l’11 giugno densa di appuntamenti (ben dieci riunioni sono state tenute dalle varie delegazioni). L’idea è quella di creare una stretta collaborazione tra i due paesi per sviluppare piattaforme digitali che semplifichino e rendano più veloce l’esercizio democratico del governo; in questo senso, dichiara Fyodorov, l’Estonia è un punto di riferimento a livello europeo essendo stata tra i primi paesi al mondo a introdurre le elezioni su piattaforma digitale e avendo spostato la quasi totalità dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione online. Come noto l’Estonia è tra i paesi che ha mostrato maggior interesse verso la tecnologia blockchain, implementandola nelle piattaforme che consentono l’accesso e l’erogazione di numerosi servizi ed entrando a far parte di quella elite mondiale che per prima ha saputo riconoscere gli enormi vantaggi generati da questa tecnologia anzi tutto nella riduzione dei costi e poi per garantire l’integrità e l’accesso ai registri digitalizzati della pubblica amministrazione. Già tre anni fa, ad esempio, le autorità estoni hanno iniziato a lavorare a una piattaforma blockchain che consentisse la gestione dei documenti sanitari avviando una partnership con Guardtime, fornitore di servizi di dati statunitense; il nuovo governo ucraino dimostra in questo modo di voler investire pesantemente nell’innovazione del paese e dimostra grande intelligenza nel momento in cui va a prendere lezioni da quello che è comunemente considerato uno dei paesi leader in Europa da questo punto di vista. Anche se noi tendiamo comunemente a screditare le economie più deboli dell’eurozona, considerandole retrograde e poco evolute, in realtà sono proprio i piccoli paesi come l’Estonia che dimostrano di voler spingere maggiormente sul pedale dell’innovazione tecnologica, mentre i colossi come Francia, Germania, Italia e Inghilterra si muovono invece con una lentezza snervante. Il paradosso è proprio questo, sono le economie più forti che sembrano anche le più restie ad aprirsi alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, sposando un approccio conservatore che, in un’ottica di lungo periodo, pare destinato a lasciarle indietro non solo sullo scenario europeo ma anche a livello mondiale; le economie più piccole, invece, dimostrano di aver ben chiaro che proprio l’adozione delle nuove tecnologie, tra cui appunto anche e forse principalmente la blockchain, rappresentano la chiave di volta fondamentale per colmare il divario che le separa dalle economie più avanzate.

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