Ad inizio settimana la società di analisi Bitfury Crystal ha diffuso un nuovo report sulla distribuzione degli exchange di criptovalute nel mondo; secondo il rapporto gli stati che ospitano il maggior numero di scambi sono UK, USA, Hong Kong e Singapore; in linea di massima il rapporto dimostra come il grosso degli scambi, circa il 96% dei volumi complessivi (quasi 100mld di dollari), si concentri nei paesi che fanno parte del G20, mentre nelle economie meno avanzate, che però sono anche quelle che maggiormente potrebbero giovarsi di questa tecnologia, le cose tardano a decollare.
Dati aggiornati sulla distribuzione degli exchange di criptovalute
Più in generale l’unione europea è ancora al primo posto per numero di exchange attivi, ben 49 piattaforme, seguita a ruota dal regno unito con 43 scambi; ben 33 sono invece le piattaforme decentralizzate, non riconducibili quindi alla giurisdizione di un singolo paese e prive di una sede legale, mentre a seguire troviamo USA (27 exchange), Hong Kong (con 22 piattaforme di scambio) e Singapore (19 società attive nel settore). A stupire è il dato di Cina, Giappone e Sud Corea, tre paesi considerati comunemente come leader nell’ambito della tecnologia blockchain ma che presentano rispettivamente appena 9, 6 e 7 piattaforme di scambio attive (anche se mi risulta che ne stiano nascendo di nuove in questi paesi e non è dato di sapere se sono già state incluse nel computo oppure no); anche i dati relativi a Turchia e Argentina (rispettivamente 4 e 3 exchange registrati) lasciano un po’ straniti visto il buon successo che le criptovalute hanno in questi paese, mentre appare conforme all’idea che ci eravamo fatti il dato relativo a India (con 3 scambi attivi) ed indonesia (con solo uno scambio attivo) che non per niente sono tra i maggiori detrattori di questa tecnologia a livello internazionale.
Diamo per concludere un’occhiata anche alla distribuzione delle piattaforme all’interno della comunità europea, leader in UE per numero di exchange sono tre paesi, Olanda, Malta e Danimarca (tutti con 5 scambi attivi), questo ovviamente escludendo il Regno Unito che, come noto, presto smetterà di fare parte della comunità europea; seguono quindi nella speciale classifica europea la Polonia (con quattro scambi), tampinata dalla Repubblica Ceca (tre scambi), seguita a ruota da Austria, Francia, Lituania, Portogallo e Svezia (tutti con due exchange attivi), mentre Germania, Italia, Irlanda e Romania chiudono questa speciale classifica con un solo scambio di criptovalute attivo.
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