Criptovalute: la Francia intende bloccare il lancio di libra nella comunità europea

Ha suscitato immediato clamore l’intervista che il ministro delle finanze Bruno Le Maire (sempre lui) ha rilasciato poche ore fa alla CNBC nella quale ha affermato che la Francia intende bloccare il lancio di Libra in UE, giustificando questa presa di posizione dichiarando che la sovranità monetaria appartiene esclusivamente agli stati.

La Francia blocca il lancio di libra?

Considerando che il governo Macron ci è stato venduto come argine fondamentale all’ascesa del populismo in Francia le posizioni di Le Maire appaiono potrebbero essere uscite tranquillamente dalla bocca di un Salvini o di un Erdogan, per non parlare dell’assoluta contraddizione insita in questo genere di affermazione dal momento che proprio gli stati europei hanno delegato la loro sovranità monetaria alla BCE.

In altre parole, se volessimo dare un qualche valore alle affermazioni sconclusionate del ministro francese allora dovremmo tutti uscire dall’Europa e tornare alle valute nazionali. Come abbiamo già ribadito in diversi vecchi articoli più che preoccuparci dell’effetto sulla stabilità finanziaria mondiale del lancio di libra in Europa dovremmo preoccuparci del ruolo di predominio che i francesi stanno assumendo per quanto riguarda la regolamentazione della tecnologia blockchain; che i vari paesi membri dell’UE continuino a preoccuparsi più dei propri interessi che di quelli della comunità è sotto gli occhi di tutti, ciò che quasi nessuno sta evidenziando (a parte noi di ValuteVirtuali che ne abbiamo già scritto in numerose occasioni) è che le posizioni francesi finiranno col lasciare indietro tutti i paesi membri dell’unione per quanto riguarda la tecnologia blockchain e lo faranno a difesa non del bene comune ma dei loro esclusivi interessi nazionali.

Impossibile, infatti, non ricollegare la totale chiusura dei francesi (tra i principali detrattori a livello globale) al mondo delle criptovalute con il fatto che continuano a controllare e gestire una moneta (il franco CFA) in uso presso quattordici paesi africani, sui quali chiaramente i francesi finiscono per esercitare un’influenza dal caratteristico sapore neo-coloniale. Tutto questo, come abbiamo già avuto modo di spiegare, avviene col supporto dei tedeschi che, mentre da un lato sostengono la Francia aiutandola a guadagnare la sua leadership nella regolamentazione delle criptovalute in Europa, in casa propria fanno un po’ quel che gli pare (come al solito) guadagnando così un vantaggio competitivo anche su quei paesi che, come Malta, si erano mossi tempestivamente nel tentare di sfruttare i vantaggi della tecnologia blockchain e delle criptovalute.

La cosa, quindi, c’entra quasi nulla con la stabilità economica ed afferisce più strettamente agli equilibri geopolitici internazionali; è, in altre parole, una questione di soft-power (quello che i Francesi continuano ad esercitare sulle vecchie colonie) prima che economica. C’è di buono che questo mette in crisi, come accennato, la narrazione mediatica che vede l’UE unico baluardo possibile contro l’ascesa dell’estrema destra sovranista, visto che poi il linguaggio di coloro che dovrebbero arginare tale ascesa si sovrappone perfettamente a quello dell’estrema destra (così detta) sovranista. Le Maire, per concludere, ha perso un’altra occasione per stare zitto ed evitare di coprirsi di ridicolo, cosa che, anche questa, ci è di vaga consolazione dal momento che dimostra che non siamo solo noi italiani ad avere una classe dirigente completamente inadeguata al ruolo; insomma, come si suol dire, mal comune mezzo gaudio.

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