Criptovalute, il Venezuela è pronto a pagare 8mln di tredicesime in Petro, la CBDC del paese agganciata alla produzione di greggio

Che il governo venezuelano fosse intenzionato a investire pesantemente su petro, la CBDC garantita dalla produzione di greggio del paese, era cosa risaputa, così come sappiamo almeno da un mese dell’intenzione di pagare con questa nuova moneta le tredicesime; adesso, in merito a questa faccenda, abbiamo qualche dettaglio in più, il presidente Maduro, infatti, ha annunciato nella giornata del 15 Dicembre, con un discorso pubblico, che intende versare le tredicesime a 8mln di venezuelani (tra pensionati e dipendenti pubblici) pagandole circa 0,5Petro. Il Petro ha attualmente un valore di 60$, deciso proprio dal governo, per cui si stima che il bonus natalizio avrà un importo di circa 30$, una cifra modesta anche per gli standard venezuelani ma non così bassa come potrebbe sembrare qui in Italia e che, soprattutto, permetterà ai cittadini di iniziare a prendere confidenza con la nuova valuta. Il Petro sarà centrale nell’economia venezuelana, ad esempio proprio al lancio di questa moneta è stato agganciato un programma di edilizia popolare destinato a dare una casa a migliaia di venezuelani; i cittadini però, sembrano continuare a preferire bitcoin e DASH per i loro scambi, nonostante il governo abbia già firmato un’intesa con oltre 50mila commercianti perché accettino la nuova valuta come mezzo di pagamento.

Resta da dire che il petro esiste già da almeno due anni, che ancora pochissimo di certo si sa di questa valuta, che la sua circolazione è fortemente limitata e che neanche i grandi paesi alleati del Venezuela (Russia, Iran, Cuba, etc) sembrano intenzionati ad accettare gli scambi col paese utilizzando questa moneta. Senza fiducia e senza un sostegno deciso da parte della popolazione, quindi, petro rimane un progetto molto fragile, che sembra destinato a morire da un momento all’altro nonostante il governo continui a volerci investire con forza; del resto il fatto che la moneta sia crittografica non impedisce che possa essere oggetto degli stessi fenomeni inflattivi che hanno colpito il bolivar, il problema non è la natura della moneta ma le politiche monetarie decise dal governo. Difficile che i venezuelani possano mai decidere di affidarsi nuovamente a una moneta di stato, petro incluso, vista l’esperienza avuta col bolivar, che ormai vale praticamente nulla, e tanto più che nel paese si sta diffondendo a macchia d’olio l’uso di bitcoin; è questo quindi un caso che dovrebbe servire da lezione un po’ a tutti, una volta bruciata la fiducia dei cittadini nella moneta di stato è impossibile tornare indietro per il semplice fatto che, oggi, esiste un’alternativa. Potremmo, in questo senso, fare l’esempio dell’Argentina, un paese che viene da una serie infinita di fallimenti, in cui l’inflazione ha ripreso a correre e dove, proprio come in Venezuela, le persone comuni hanno iniziato a guardare alle criptovalute come unica alternativa possibile; in uno scenario di questo tipo, quindi, una volta compromessa la fiducia dei cittadini nella valuta FIAT, non ci sono più margini per tornare indietro e bitcoin inizia inevitabilmente ad imporsi come la moneta migliore possibile. Alla lunga, in un periodo di tempo sufficiente, sempre più paesi attraverseranno situazioni di questo tipo, da ogni crisi economica bitcoin emergerà rafforzato, fino a quando non si consoliderà come moneta di riferimento a livello globale rivoluzionando, un passo dopo l’altro, il mondo così come lo abbiamo sempre conosciuto.

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