Ether (ETH) è il token che viene utilizzato nella blockchain di Ethereum. Ethereum, a differenza di Bitcoin e di altre criptovalute, non è semplicemente un token che può essere scambiato per un controvalore, ma è una vera e propria piattaforma, basata su blockchain, che permette di gestire smart contracts in forma anonima ed anche di creare applicazioni decentralizzate (DApps).
L’Ether può quindi essere utilizzato per diversi scopi, non è solo una moneta di scambio. Tramite l’Ether si possono gestire le DApps, abilitare smart contracts o generare nuovi token durante le ICO.
La maggior parte delle nuove ICO è, infatti, basata su Ethereum. Molti dei nuovi token usciti negli ultimi mesi, come EOS, Tron, Qtum, Augur, etc…, si basano sullo standard ERC20 che definisce una lista di regole comuni che ogni token Ethereum deve implementare e che permette ad essi di funzionare nell’ecosistema di Ethereum. A questo indirizzo su Etherscan.io si può trovare una lista completa dei token che utilizzano ERC20. Sebbene la lista abbia come ordine di grandezza quello delle decine di migliaia, i token che effettivamente sono scambiati tramite exchange e quindi utilizzati nel mondo reale sono circa 400, secondo la lista di coinmarketcap.com.
Come viene consumato l’Ether
L’Ether è quindi essenziale per il funzionamento degli altri token, ma non solo: ogni transazione degli altri token “consuma” degli ether, sotto forma di fees che vanno ai miners per far girare gli smart contracts, pertanto tutti gli altri token attivi devono acquistare Ether se vogliono far girare i propri prodotti sulla blockchain Ethereum e, di conseguenza, offrire i propri servizi.
A differenza di Bitcoin, quindi, Ethereum non ha solo una mining fee per trasferire ether da un acquirente ad un venditore, ma gli Ether possono anche essere spesi per una serie di operazioni sugli smart contracts. Ognuna di queste operazioni ha un prezzo ben definito (Gas Limit) che ha come unità di misura il Gas (misurato in Ether).
Perché il prezzo delle operazioni non è fissato ad un certo numero di Ether?
Il prezzo di una operazione sulla blockchain Ethereum è definito in Gas appositamente, per scorporare il costo dell’operazione dal valore in dollari di un Ether. Se il prezzo di ogni operazione fosse definito in Ether, infatti, al crescere del prezzo dell’Ether le operazioni diventerebbero troppo costose. Essendo il prezzo invece definito in Gas, il costo di ogni operazione rimane variabile in base alla legge di domanda ed offerta che regola il mercato del Gas.
Per capire quanto può costare una transazione in Ether e quali sono le differenze tra Gas limit e Gas price, ovvero le unità di costo per ogni transazione, consigliamo questo articolo: https://valutevirtuali.com/2018/01/16/gas-price-spendere-meno-le-transazioni-ethereum/ .
Quanti Ether ci sono in circolazione?
Gli Ether in circolazione in questo momento sono . Ethereum è stato creato nel 2014 ed in quel momento sono stati distribuiti, tramite ICO, circa 60 milioni di Ether al costo di 1000 – 2000 Ether per Bitcoin. Oltre ai primi 60 milioni, ne sono stati creati altri 12 milioni e distribuiti alla Ethereum Foundation per compensare gli sviluppatori e gli stakeholders del progetto. Per cui al momento della creazione del primo blocco, il genesys block del 30 Luglio 2015, il numero totale di Ether in circolazione era di 72 Milioni.
Quanti Ether ci saranno in futuro?
Mentre la distribuzione dei BTC è definita, ed il massimo stabilito dall’algoritmo è di 21 milioni, per gli Ether non è così.
La distribuzione degli Ether è stata grossomodo lineare, ad un tasso di emissione di circa un milione di Ether al mese, come si può vedere da questo grafico.
Secondo quanto annunciato dai creatori, ed in particolare da Vitalik Buterin, il tasso di distribuzione dovrebbe diminuire con l’aumento del block time. Se il block time dovesse aumentare esponenzialmente come previsto da Buterin, allora l’offerta di Ether dovrebbe diminuire nel tempo, a patto che il mining reward rimanga costante. Questo vorrebbe dire meno Ether creati e quindi si tenderebbe ad un limite finito.
La diminuzione della distribuzione è stata solamente annunciata ma di fatto non ancora introdotta. Un cambiamento essenziale, in tal senso, dovrebbe verificarsi con il passaggio a Casper, che prevede l’introduzione del Proof of Stake, annunciato per metà 2018.
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