Bitcoin e tassi negativi scaricati sui correntisti, il caso tedesco

Come noto l’ultima mossa di Draghi alla guida della BCE è stata di imporre tassi negativi sui depositi bancari presso la banca centrale europea; lo scopo era quello di incentivare le banche ad investire il denaro e a prestarlo visto che la catena di trasmissione di denaro è bloccata e le banche invece che prestare ai cittadini fino ad oggi hanno preferito parcheggiare il denaro in BCE. Quello che pochi hanno evidenziato è che le banche sono sostanzialmente costrette a comportarsi così a causa di una serie di meccanismi, nel merito dei quali non entriamo, ma che in pratica le costringono ad accantonare liquidità per proteggersi da determinati rischi sistemici; con l’ultima mossa di Draghi, però, questi accantonamenti adesso subiscono interessi negativi, il che significa, banalmente, che le banche devono pagare per depositare fondi presso la BCE, mentre prima ne ricavavano un interesse. Molti osservatori avevano segnalato che questo avrebbe indotto le banche a sgravare tali costi sui correntisti ed infatti è esattamente ciò che sta succedendo; mentre in Italia, però, questo ha colpito solo i depositi sopra una certa soglia, in Germania le banche stanno iniziando ad applicare tassi negativi in maniera indiscriminata a tutti i correntisti. Il risultato è che il piccolo risparmiatore, adesso, oltre a vedersi il potere d’acquisto eroso dall’inflazione si trova costretto anche a pagare la banca per i suoi depositi; questo colpisce duramente soprattutto chi per vive deve lavorare e che, disponendo di bassa liquidità, non si è mai sognato di investire ma si è limitato ad accantonare risparmio sul conto di modo da avere un piccolo gruzzoletto di denaro per far fronte ai periodi di “vacche magre”.

Tutte queste persone, adesso, si trovano i propri risparmi assediati, tra inflazione, commissioni, spese di mantenimento del conto e interessi negativi praticamente tenere il proprio risparmio presso una banca è diventato un suicidio. Negli ultimi giorni numerose fonti di stampa locale stanno riferendo che, soprattutto nella Baviera settentrionale, le banche stanno iniziando a caricare lo 0,5% di interesse negativo anche sui depositi più piccoli; mentre precedentemente tali tassi negativi erano applicati solo ai conti corrente con depositi superiori ai 100mila euro adesso vengono applicati indiscriminatamente a tutti. Il modo in cui tutto questo impatterà su bitcoin appare scontato; al netto della volatilità, che attualmente tiene lontane tante persone, presto anche i meno ferrati in maniera comprenderanno che ci sono fasi del mercato in cui accumulare bitcoin è estremamente vantaggioso e in cui accantonare il proprio risparmio in BTC permette non solo di liberarsi degli onerosi costi bancari (inclusi anche i tassi negativi) ma anche di vedersi rivalutati i propri risparmi proprio grazie all’effetto della volatilità. Vi faccio un esempio concreto di modo da capirci meglio, chi nel 2017 (come il sottoscritto) ha acquistato bitcoin sotto i 3000$ non solo non è mai andato in rosso ma ha continuato a vedere il proprio risparmio protetto anche nel bel mezzo del bear market del 2018; mano mano che le persone comuni inizieranno a comprendere questa dinamica la raccolta delle banche inizierà a diminuire e i risparmi delle persone comuni inizieranno a confluire in bitcoin. Tutto questo è abbastanza paradossale, mentre le istituzioni finanziarie globali affermano di essere preoccupate per l’impatto che le cripto possono avere sulla stabilità economica mondiale pongono in essere politiche che non fanno altro che rafforzare il mercato delle criptovalute; avanti di questo passo l’adozione di bitcoin in Europa nei prossimi anni potrebbe ricevere un impulso gigantesco proprio dalle politiche della BCE con effetti che chiunque può immaginare sul prezzo di bitcoin che, inevitabilmente, finirebbe con lo schizzare alle stelle.

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