La corsa al rialzo di Bitcoin Cash, iniziata dopo che la proposta SegWit2x è stata abortita, sembra non accennare a fermarsi. In poco più di 10 giorni, la valuta virtuale nata dallo split del 3 Agosto, è passata da un valore medio vicino ai $400 ad una valutazione compresa tra i livelli di $1000 e $1500 con un picco, fatto registrare su poloniex.com, di ben $2800.
Le speculazioni suggeriscono che molti di coloro che erano in teoria favorevoli all’aumento della blocksize, e quindi al passaggio da Bitcoin a SegWit2x, una volta cancellato il progetto e vista l’impossibilità di aumentare nel breve termine la blocksize, sono passati a supportare Bitcoin Cash.
Questo avrebbe favorito le speculazioni di mercato e, mentre il prezzo di Bitcoin sta subendo un ritracciamento tra i livelli compresi tra $6000 e $6500, il Bitcoin Cash gode di un volume di scambi addirittura superiore a Bitcoin ed il prezzo sta letteralmente volando verso nuovi massimi.
Uno dei maggiori endorsement a Bitcoin Cash è arrivato proprio da uno degli attori principali della Bitcoin community: Gavin Andresen. Andresen è stato il primo sviluppatore di Bitcoin ed è stato scelto da Satoshi Nakamoto in persona (qualcuno addirittura sospetta che sia lui proprio lui Nakamoto).
Andresen, che era stato relativamente fuori dalla mischia durante il dibattito tra Bitcoin Core e SegWit2x, non ci è andato giù per il sottile stavolta ed ha scritto in un tweet:
“Bitcoin Cash is what I started working on in 2010: a store of value AND means of exchange”.
Dichiarazione che non lascia spazio ad interpretazioni e che svela il pieno supporto a Bitcoin Cash anziché a Bitcoin. La giustificazione va letta tra le righe che contengono anche una critica, nemmeno tanto velata, a Core. È proprio quel “AND” in caratteri maiuscoli a rendere evidente il perché della decisione di Gavin Andresen, secondo il quale evidentemente il Bitcoin così come è adesso avrebbe perso la sua funzione di moneta utilizzata come mezzo di scambio.
La voce di Andresen non è isolata e la concentrazione di interesse verso Bitcoin Cash è confermata anche da Ted Rogers, presidente del wallet Xapo che ha dichiarato:
“La mia sensazione è che le più grandi aziende (relative al Bitcoin) stiano facendo le valigie per muoversi verso Bitcoin Cash o Ethereum, e porteranno con sé milioni di utenti e di transazioni”.
Il dibattito sullo scaling d’altronde si è concentrato tutto sulla problematica dell’aumento delle transazioni che, visto l’enorme tasso di adozione che il Bitcoin ha raggiunto nel 2017, hanno intasato i blocchi aumentando così le fees per far sì che fossero verificate velocemente dai miners, senza subire troppi ritardi. Così facendo il Bitcoin si è sempre più affermato come “store of value”, infatti in molti lo ritengono un bene rifugio alla stregua dell’oro, ma ha perso la funzionalità di mezzo di scambio: con fees troppo alte non ha senso fare transazioni di basso costo, sarebbe come pagare un caffè 6€ dove 1€ è il costo del caffè e 5€ il costo della transazione.
Ovviamente le critiche ad Andresen non sono mancate ed appare chiaro che la battaglia per la supremazia nelle valute virtuali che è in atto tra Bitcoin e Bitcoin Cash sia solo all’inizio.
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