Dopo OKEx e UpBit, che hanno effettuato il delisting a settembre, monero sta per essere esclusa anche da BitBay, come comunicato nella giornata di ieri attraverso un post pubblicato sul sito; l’exchange cesserà di accettare depositi il prossimo 29 novembre mentre il delisting vero e proprio avverrà il 19 febbraio 2020. Entro tale data, quindi, gli utenti dovranno provvedere o a vendere le loro scorte sulla piattaforma, convertendole in altre monete, o a prelevare i propri fondi. La motivazione è anche in questo caso imputabile alla natura anonima di questa criptovaluta ed è l’effetto del giro di vite voluto dal GAFI (gruppo d’azione finanziaria internazionale) per tentare di contrastare il riciclaggio di denaro attraverso le cripto con alti standard in termini di privacy. Questo tipo di decisioni finirà per coinvolgere tutti gli scambi che consentono un’operatività cripto-fiat, cioè permettono di convertire criptovalute con denaro a corso legale (e viceversa), mentre probabilmente non interesserà gli exchange che consento solo il trading tra criptovalute. Intanto il mese scorso, BitBay ha trasferito la sua sede legale in Estonia, dove ha ottenuto due licenze per operare legalmente nel paese; l’exchange ha inoltre dichiarato che:
“Essendo uno scambio autorizzato siamo tenuti a rispettare determinati standard, questo ci permette di fornire ai nostri clienti sicurezza legale e il vantaggio di poter stringere partnership con la partecipazione strategiche grazie alla disponibilità del sistema bancario e dei sistemi di pagamento”
In altre parole se gli exchange centralizzati, come BitBay, vogliono poter avere rapporti pacifici con le banche, cosa che è fondamentale per operare con la dovuta tranquillità nel settore, devono poter ottenere le licenze previste nei differenti stati e per fare questo devono inevitabilmente rispettare le normative antiriciclaggio; dal momento che le cripto anonime non consentono di avere questo tipo di operatività, visto che non è possibile definire ne chi ha inviato il denaro, ne chi lo ha ricevuto ne, per alcune monete, l’importo oggetto della transazione, gli exchange che vogliono operare legalmente sono sostanzialmente costretti ad escludere queste criptovalute dagli scambi, in caso contrario non potrebbero rispettare le norme antiriciclaggio e, di conseguenza, perderebbero le licenze e con esse la possibilità di operare tranquillamente per mezzo dei propri conti bancari. Questa, contrariamente a ciò che si potrebbe credere, non è la fine delle criptovalute anonime, le quali continueranno ad essere scambiate dalle piattaforme decentralizzate e dagli exchange cripto-cripto, tuttavia rappresenta un duro colpo per questi progetti che vedranno inevitabilmente una contrazione nei volumi e che, per effetto di quella che appare essere chiaramente una criminalizzazione di questi strumenti, rischiano di risultare poco allettanti per i piccoli investitori.
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