Amazon si appresta a raccogliere denaro dai mercati finanziari attraverso l’emissione di obbligazioni suddivise in sei diverse scadenze. In parole semplici, il colosso di Jeff Bezos chiederà soldi in prestito agli investitori, promettendo di restituirli con gli interessi. Le due principali agenzie di rating del mondo – Fitch e S&P – hanno già dato i loro voti: rispettivamente “AA-” e “AA”, che sono valutazioni eccellenti, poco sotto il massimo assoluto.
Per capirci: è come se Amazon andasse in banca a chiedere un prestito e la banca dicesse “sei un cliente affidabilissimo, quasi perfetto”. Questi rating indicano infatti un rischio di insolvenza estremamente basso, rendendo le obbligazioni Amazon molto attraenti per chi cerca investimenti sicuri.
Dove finiranno tutti questi soldi?
Amazon non ha ancora comunicato l’importo esatto che intende raccogliere, ma dalle anticipazioni sappiamo che i proventi serviranno principalmente a finanziare l’espansione nell’intelligenza artificiale e nel cloud computing. Nel gergo tecnico: capitale circolante, spese in conto capitale, acquisizioni potenziali e riacquisto di azioni proprie.
La parte più interessante è che il business Amazon Web Services (AWS) sta vivendo una crescita esplosiva legata all’intelligenza artificiale. L’azienda ha già investito 93 miliardi di dollari solo nel terzo trimestre 2025, con un incremento del 67% rispetto all’anno precedente. Le stime parlano di 125 miliardi di dollari di investimenti per l’intero 2025.
I numeri che gli azionisti devono considerare
| Indicatore Finanziario | Valore | Significato |
|---|---|---|
| EBITDA (ultimi 12 mesi) | 155 miliardi $ | Utili operativi: salute finanziaria eccellente |
| Leva finanziaria attuale | 0,5x | Livello di indebitamento molto basso |
| Free cash flow 2025 (previsto) | >20 miliardi $ | Liquidità disponibile dopo investimenti |
| Investimenti totali 2025 | 125 miliardi $ | Crescita +50% rispetto al 2024 |
| Soglia di declassamento | 1,5x | Ampio margine di sicurezza |
L’impatto sul prezzo delle azioni Amazon
Dal punto di vista dell’investitore in azioni, questa mossa ha implicazioni contrastanti. Da un lato, l’aumento del debito (seppur modesto) comporterà un leggero incremento della leva finanziaria, che secondo S&P passerà dall’attuale 0,5x a livelli comunque molto contenuti. Questo è generalmente visto come neutrale o leggermente negativo.
Dall’altro lato, però, gli investimenti massicci nell’intelligenza artificiale e nel cloud posizionano Amazon per catturare una fetta enorme di un mercato in rapida espansione. Le aziende di tutto il mondo stanno spostando i loro sistemi informatici sul cloud, e Amazon è leader indiscusso attraverso AWS. La domanda di servizi AI sta letteralmente esplodendo.
I rischi da valutare
S&P e Fitch non nascondono alcune preoccupazioni. Il principale rischio riguarda l’incertezza sulla strategia a lungo termine e il fatto che Amazon sta investendo capacità in anticipo rispetto alla domanda effettiva. In altre parole, sta costruendo data center e infrastrutture sperando che i clienti arrivino: una scommessa che potrebbe non ripagare immediatamente.
Inoltre, ci sono pressioni regolamentari crescenti da parte delle autorità antitrust in vari paesi, che guardano con sospetto alla quota di mercato dominante di Amazon e ad alcune sue pratiche commerciali.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Per chi possiede o vuole comprare azioni Amazon, il quadro rimane complessivamente positivo. La società genera oltre 20 miliardi di dollari di free cash flow all’anno, ha una posizione finanziaria solidissima e sta investendo aggressivamente nel settore tecnologico più promettente del momento.
L’emissione obbligazionaria non dovrebbe impattare negativamente il titolo: l’incremento del debito sarà marginale e i fondi raccolti serviranno a finanziare la crescita futura. Il vero tema per gli investitori è se Amazon riuscirà a monetizzare adeguatamente gli investimenti miliardari in AI e cloud, trasformandoli in utili crescenti nei prossimi anni.
Con un rating AA/AA-, Amazon può permettersi di indebitarsi a tassi molto competitivi, il che rappresenta un vantaggio competitivo importante rispetto ai concorrenti con profili creditizi più deboli.
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