La multi-utility italiana A2A sta attraversando un momento piuttosto delicato a Piazza Affari, con il pesante ribasso del titolo conseguente alla pubblicazione dei risultati trimestrali e all’aggiornamento del piano industriale al 2035.
Vediamo insieme cosa sta succedendo e quali sono le prospettive per questo importante player del mercato energetico italiano.
Il piano industriale si espande si allunga al 2035
Prima di tutto, evidenziamo come A2A abbia rivisto al rialzo il suo piano di investimenti a lungo termine, portandolo a ben 23 miliardi di euro fino al 2035, un miliardo in più rispetto a quanto annunciato lo scorso anno. Di questi:
- 16 miliardi sono destinati alla transizione energetica
- 7 miliardi all’economia circolare (un miliardo in più rispetto al piano precedente)
- 1,6 miliardi specificamente per la realizzazione e gestione di nuovi data center
Quest’ultimo punto rappresenta una novità significativa nella strategia aziendale, con un forte investimento in un settore in crescita come quello dei centri di elaborazione dati.
I conti trimestrali hanno deluso
I risultati dei primi nove mesi dell’anno non hanno entusiasmato il mercato. Il Margine Operativo Lordo è infatti calato del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, fermandosi a 1,73 miliardi di euro. Il principale responsabile di questa flessione è la minore produzione idroelettrica da parte delle strutture della compagnia.
Non tutto è però negativo: il fatturato è cresciuto del 12%, raggiungendo 10,17 miliardi di euro, grazie soprattutto ai prezzi delle materie prime energetiche che hanno sostenuto i ricavi.
L’aumento del debito preoccupa gli investitori
Uno degli aspetti che più ha influenzato negativamente l’andamento del titolo è l’incremento previsto del debito, conseguenza diretta dell’ambizioso piano di investimenti:
| Anno | Posizione Finanziaria Netta prevista | Note |
|---|---|---|
| 2025 | 5,5 miliardi di euro | Punto di partenza |
| 2030 | +2 miliardi circa | Principalmente da investimenti in data center |
| 2035 | 8,7 miliardi di euro | Aumento totale di 3 miliardi |
Sebbene l’azienda consideri questo aumento sostenibile, con un rapporto PFN/EBITDA che non supererà mai 2,8x e che dovrebbe scendere a 2,4x entro il 2035, il mercato ha reagito con cautela a questa prospettiva di maggiore indebitamento.
Quali previsioni per il futuro
Nonostante le turbolenze, A2A conferma le sue previsioni per l’esercizio 2025, con un EBITDA nella parte alta del range tra 2,17-2,20 miliardi di euro e un Utile Netto di Gruppo, al netto delle poste non ricorrenti, tra 0,68-0,70 miliardi di euro.
Per il 2026, l’azienda prevede un EBITDA tra 2,21 e 2,25 miliardi e un Utile Netto Ordinario tra 0,63 e 0,66 miliardi.
C’è un’altra buona notizia per gli azionisti: la politica dei dividendi rimane confermata, con una crescita sostenibile di almeno il 4% annuo, offrendo quindi una certa stabilità nel ritorno sugli investimenti nonostante le sfide operative.
Come ha reagito il mercato
Il titolo A2A ha subito un contraccolpo significativo, con una flessione del 6,20% nelle ore successive alla pubblicazione, che lo ha portato a quota 2,542 euro. Dal punto di vista tecnico, gli analisti si attendono un’ulteriore estensione verso il basso, con aree di supporto a 2,5 e successivamente a 2,457 euro. La resistenza è individuata a 2,588 euro.
Gli investitori sembrano aver accolto con preoccupazione soprattutto l’incremento del debito e il calo della redditività operativa, nonostante l’ambizioso piano di investimenti che potrebbe generare valore nel lungo periodo. La scommessa sui data center, in particolare, rappresenta una diversificazione strategica che potrebbe dare i suoi frutti nei prossimi anni, ma che nell’immediato comporta un aumento dell’esposizione finanziaria.
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