Dopo che un paio di giorni fa la polizia polacca ha arrestato Ivan Manuel Molina Lee (presidente di Crypto Capital, processore di pagamenti con sede a Panama e legato alla controversia sulla perdita di oltre 800MLN di dollari che ha visto coinvolta Bitfinex) oggi iniziano ad arrivare le prime reazioni; andiamo con ordine e tentiamo di capire cosa sta succedendo. Il 24 ottobre la polizia polacca, su mandato internazionale, ha arrestato Molina perché sospettato di riciclaggio di denaro; l’accusa mossa contro il presidente di Crypto Capital è di aver riciclato 350mln di dollari per conto di alcuni cartelli della droga colombiani, la stessa somma di denaro è stata posta sotto sequestro dalla giustizia polacca in attesa che parta il processo. I fondi sequestrati appartengono a Crypto SP. Z O.O. azienda che, in qualche modo, sembra essere legata a doppio filo alla stessa Crypto Capital; il problema è che questa azienda ha intrattenuto negli anni legami di rilievo con alcuni dei principali exchange di criptovalute del mercato (che chiaramente hanno da subito preso le distanze nel tentativo di smarcarsi dall’accaduto) ed è stata per molto tempo uno dei principali processori di pagamento e tra le aziende di punta dell’industria blockchain. A seguito di tutto questo bitfinex, nella giornata di ieri, ne ha approfittato per tentare di ridimensionare la propria posizione nell’ambito del processo che si sta tenendo negli USA sulla perdita di oltre 800mln di dollari, un buco enorme nel bilancio che sarebbe stato ripianato attingendo ai fondi custoditi da USDT (stablecoin al centro di mille polemiche e controllata indirettamente dalla stessa bitfinex); l’exchange, quindi, si è detto immediatamente vittima di una frode perpetrata dallo stesso Molina il quale avrebbe occultato quegli 800mln di euro dai conti riconducibili a bitfinex. L’azienda, per bocca di Stuart Hoegner (consigliere legale) ha affermato che qualsiasi accusa secondo cui Crypto Capital abbia riciclato fondi illeciti su richiesta di Bitfinex o dei suoi clienti è “categoricamente falsa”; più nello specifico Hoegner ha dichiarato che:
“Gli sviluppi di questa settimana non hanno alcun effetto sulle richieste di Bitfinex di sbloccare i fondi posti sotto sequestro in Polonia o in qualunque altro paese. Continueremo a lavorare per recuperare tutti i fondi che ci sono stati sottratti, a tutela nostra e per conto dei nostri stakeholder. ”
Intanto il processo che si sta tenendo presso la corte di New York e che riguarda proprio il trasferimento di fondi dai conti della società che controlla Tether a quelli di Bitfinex vedrà la prossima udienza il 4 novembre, le cose però sembra stiano volgendo a favore dell’exchange; come riportato da Bloomberg a fine settembre, infatti, il giudice potrebbe archiviare il caso riconoscendo di non avere giurisdizione su questa faccenda e l’arresto di Molina potrebbe rappresentare l’occasione per Bitfinex di recuperare un po’ di credibilità qualora riuscisse a dimostrare di aver subito una truffa da parte di Crypto Capital.
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