Uso della blockchain nella gestione degli appalti: come la catena di blocchi può rivoluzionare la pubblica amministrazione

Che la gestione degli appalti pubblici sia nel nostro paese un grosso problema è cosa risaputa, che la blockchain, in questo preciso momento storico, venga comunemente considerata come la soluzione insieme più intelligente e innovativa a un gran numero di problemi è cosa ormai anche banale da affermare. La domanda che ci possiamo fare, quindi, è: può la blockchain risolvere almeno una parte dei problemi connessi alla gestione degli appalti pubblici in Italia? E la risposta a questa domanda, ovviamente, è si. Eliminare la corruzione, gestire gli appalti in maniera razionale ed efficiente, ridurre i costi senza impattare negativamente sulla qualità dei servizi e dei beni erogati sono tutte questioni complesse che richiedono che vengano messe in campo soluzioni altrettanto complesse per potervi fare fronte. In questo articolo tenteremo di capire quindi come la blockchain potrebbe contribuire a risolvere queste tematiche e aiutarci a rendere l’Italia un paese più “normale”, in cui è possibile realizzare un’opera pubblica senza che la sua consegna venga continuamente rimandata, senza che i costi triplichino in corso d’opera, chiudendo la porta ad ogni possibilità di corruzione e migliorando il rapporto tra stato e imprese a beneficio di tutti.

La blockchain negli appalti pubblici: premessa

Prima di entrare nel vivo di questo articolo è necessario porre una premessa (a dire il vero più di una); intanto devo ammettere che, nonostante abbia cercato molto, non sono riuscito a trovare un progetto in fase avanzata che riguardasse un possibile caso d’uso della blockchain nella gestione degli appalti pubblici. Questo non vuol dire che non ci si stia lavorando, anzi, sono molte le aziende anche di grande rilievo (cito ad esempio IBM) che si stanno impegnando attivamente su questo fronte, ma allo stato attuale di concreto appare esserci molto poco; devo ammettere che questo in un certo senso mi ha stupito. Tuttavia, pensandoci meglio, mi sono reso conto che nella gestione degli appalti pubblici intervengono esigenze così diverse ed obblighi di legge così stringenti che la blockchain da sola non è una tecnologia sufficiente a gestire un quadro caratterizzato da tale complessità; è necessario, in altre parole, integrare più tecnologie insieme tra loro (ne parleremo meglio nel prossimo paragrafo) per fare in modo che anche la blockchain possa giocare la sua parte ed essere perfettamente funzionale nella gestione di un appalto pubblico. Per rendere più semplice questo articolo, poi, è necessario fare degli esempi concreti (altrimenti rischieremmo di non capire di cosa stiamo realmente parlando), per cui prima di andare oltre immaginiamo di voler gestire un appalto pubblico per la costruzione di una scuola.

E-Procurement e Cognitive-Procurement

Come accennato perché la gestione di un appalto pubblico (nel caso del nostro esempio la costruzione di una scuola) possa essere gestita in maniera tecnologica, razionale ed efficace la blockchain da sola non basta ma occorre mettere in campo un sistema di tecnologie integrate tra loro tra le quali la catena di blocchi è solo uno dei tasselli. Due tecnologie fondamentali quando si affronta questo discorso sono quindi l’e-procurement e il cognitive-procurement di cui a seguire proviamo a dare due semplici definizioni:

– E-procurement: è un neologismo inglese usato per definire i processi di selezione ed acquisto di beni e servizi utilizzando le opportunità offerte dal web

– Cognitive-procurement: si tratta di sistemi di autoapprendimento che impiegano il data mining, il riconoscimento di pattern e la PNL (programmazione neuro-linguistica) per imitare il comportamento degli esseri umani nei processi di acquisizione di beni e servizi

Sfruttando quindi le definizioni appena date possiamo affermare, per semplificare il discorso, che quando si parla di e-procurement ci si sta sostanzialmente riferendo a una piattaforma (simile a un e-commerce) sulla quale sono caricate tutte le informazioni dei fornitori di beni e servizi (visure camerali, certificati anti-mafia, etc) mentre quando si parla di cognitive-procurement si allude a una sorta di AI (intelligenza artificiale) capace di selezionare in tutta questa enorme mole di dati l’offerta migliore per una determinata necessità. In entrambi i casi le potenzialità espresse dalla blockchain giocano un ruolo importante; nel primo caso (e-procurement) serve la blockchain per assicurarsi l’immutabilità delle informazioni caricate sulla piattaforma e per evitare che vengano manipolate ad hoc per rendere conforme l’offerta di un privato alle caratteristiche di un determinato appalto, nel secondo caso (cognitive-procurement) perché il rapporto tra privato e pubblica amministrazione dovrà essere gestito nella maniera più automatica possibile sfruttando le potenzialità offerte dagli smart contracts.

Esempio della gestione di un appalto pubblico per costruire una scuola

A questo punto entriamo più nel vivo e proviamo a immaginare quali sono i passaggi necessari per gestire un appalto pubblico come ad esempio la costruzione di una scuola; possiamo quindi evidenziare quattro differenti fasi (o esigenze):

  1. Progettazione: in questa fase, a mio parere, l’intervento umano è ancora fondamentale, è necessario quindi fare una call, cioè comunicare pubblicamente che intendiamo costruire una scuola, per poi raccogliere i progetti e tra questi scegliere quello che vogliamo realizzare
  2. Acquisto dei materiali: una volta che il progetto è stato selezionato sappiamo di quali e quanti materiali abbiamo bisogno per la sua realizzazione e possiamo perciò procedere al loro acquisto
  3. Rilascio della commessa: una volta portati a termine i primi due passaggi occorre identificare un privato che possieda le competenze e la struttura (mano d’opera, macchinari, etc) per realizzare concretamente l’opera
  4. Gestione del capitolato: il capitolato, per chi non lo sapesse, è il documento tecnico allegato ai contratti d’appalto nel quale si definiscono le procedure e i vari passaggi previsti nella fase di costruzione dell’opera; questo documento include dettagli importanti come ad esempio i tempi di realizzazione, i materiali da impiegare, le modalità con cui l’opera verrà realizzata e ancora molto altro

Per ognuna di queste fasi interverranno in maniera diversa le tre tecnologie di cui abbiamo parlato (e-procurement, cognitive-procurement e blockchain) e, almeno per quanto riguarda il punto uno e il punto quattro, interverrà anche l’essere umano. Per rendere il più possibile leggibile e snello questo articolo procediamo quindi ad analizzare le quattro fasi che abbiamo appena identificato in specifici paragrafi.

Gestione dell’appalto per la costruzione di una scuola pubblica: la progettazione (punto uno)

In questa fase abbiamo la nostra piattaforma di e-procurement (che sostanzialmente non è altro che il punto di incontro tra la pubblica amministrazione e i privati); possiamo quindi procedere alla pubblicazione della nostra offerta e comunicare alle imprese del settore (studi di architetti, ingegneri, etc) che abbiamo l’esigenza di costruire una scuola. Le imprese che possono concorrere all’appalto hanno già caricato sulla piattaforma tutta la loro documentazione, quindi non devono far altro che rispondere alla chiamata inoltrando i loro progetti (ed ovviamente tutto è archiviato su una blockchain); a questo punto interviene l’essere umano (vedremo in uno dei paragrafi conclusivi in che modo) che prende in visione i vari progetti e attribuisce loro un determinato punteggio. La cosa però non può finire qui, se fossero gli esseri umani ad avere l’ultima parola, infatti, continuerebbe a riproporsi il problema della corruzione; sarà quindi un algoritmo a decidere quale progetto si aggiudicherà la gara sommando tutti i punteggi ottenuti da ogni proposta presentata, punteggi che possono riguardare aspetti come ad esempio capacità antisismiche, costi, tempi di realizzazione previsti, impatto ambientale, appartenenza al territorio dell’azienda candidata e ancora il rispetto di altri requisiti che possono di volta in volta essere definiti in sede di chiamata (in pratica la pubblicazione del bando). Il nostro caro, bello e incorruttibile algoritmo, quindi, seleziona tra tutti i progetti presentati quello vincente e sblocca il relativo smart contract che abilita al pagamento verso l’azienda della somma prevista dal bando.

Gestione dell’appalto per la costruzione di una scuola pubblica: acquisto dei materiali (punto due)

Una volta definito quale sia il progetto che intendiamo realizzare diventa centrale il cognitive-procurement; conosciamo infatti tutti i materiali con le relative quantità necessari a costruire la nostra scuola, un algoritmo procede quindi alla cernita di tutte le varie aziende che possono fornirci tali materiali considerando tutta una serie di fattori che vanno ben oltre il semplice costo e che possono includere, per esempio, l’appartenenza del fornitore al territorio, i costi della logistica, l’impatto ambientale dell’azienda che produce quei materiali, etc. Selezionati i fornitori che fanno al caso nostro un algoritmo segnalerà ad ogni singolo fornitore (che nemmeno si deve candidare all’appalto dal momento che avrà già caricato sulla piattaforma il suo listino prezzi con tanto di possibile scontistica) che la sua è l’offerta migliore e gli chiederà se ha disponibilità per soddisfare tale richiesta; confermato che ogni fornitore (ad esempio uno per il cemento, uno per l’acciaio, uno per la pavimentazione, un altro ancora per i sanitari, etc) ha disponibilità per soddisfare la richiesta uno smart contract inizierà a liberare le risorse versando una prima tranche in forma di anticipo e saldando il dovuto alla consegna o, in alternativa, detraendo penali in caso di ritardo nella consegna della fornitura.

Gestione dell’appalto per la costruzione di una scuola pubblica: rilascio della commessa (punto tre)

A questo punto sarà necessaria la pubblicazione di un nuovo bando questa volta rivolto alle imprese edili che possono contendersi la costruzione della nostra scuola; a differenza però di quanto avvenuto per il bando relativo al progetto (punto uno) non sarà necessario alcun intervento umano. Le imprese presenteranno i loro preventivi e un algoritmo (cognitive-procurement) selezionerà i vincitori del bando in maniera automatica; quindi interverranno gli smart contracts che inizieranno ad erogare le somme dovute in diverse tranche, ad esempio in quattro differenti soluzioni ad anticipo, inizio lavori, metà lavori e saldo finale detraendo eventuali penali in caso di ritardi o eventuali infrazioni a quanto previsto dal contratto.

Gestione dell’appalto per la costruzione di una scuola pubblica: gestione del capitolato (punto quattro)

Veniamo quindi all’ultimo passaggio, quello che abbiamo definito “gestione del capitolato” utilizzando probabilmente una terminologia non perfettamente adeguata; per essere più precisi, quindi, diciamo subito che si tratta di fornire adeguata documentazione che certifichi ogni passaggio della realizzazione dell’opera. Tutti i passaggi previsti per la costruzione della nostra scuola, quindi, devono essere certificati con apposito materiale sia scritto, che fotografico e mediate video e/o animazioni 3D; ognuno di questi documenti, poi, va archiviato su blockchain. A questo punto è necessaria nuovamente la mano umana, se un algoritmo, infatti, può assicurarsi che tutta la documentazione richiesta venga caricata sulla nostra piattaforma (e lo smart contract può definire eventuali penali qualora questo non avvenga), occorrerà l’intervento di un essere umano (ad esempio un dipendente dell’ufficio tecnico) che si assicuri che tutti questi passaggi (adeguatamente documentati) siano stati eseguiti a regola d’arte e/o per far partire un’ispezione vera e propria qualora ci sia il dubbio che questo non sia avvenuto. Ad opera conclusa, in fine, il nostro fantastico smart contract erogherà il saldo finale, sempre ammesso che l’opera sia stata costruita nei tempi e nei modi previsti, in alternativa decurterà dall’importo dovuto a saldo le ultime penali previste dal contratto.

Decentralizzare il sistema per prevenire la corruzione

Come i lettori più attenti non avranno potuto fare a meno di notare nonostante tutto questo sistema presenti dei vantaggi evidenti (sburocratizzazione, velocizzazione delle procedure, gestione più razionale sia della procedura d’appalto che della realizzazione dell’opera, archiviazione sicura di tutti i documenti relativi all’opera, trasparenza, etc), l’intervento dell’essere umano in alcuni passaggi di questo complicato sistema non chiude del tutto la porta alla possibilità di azioni corruttive. Come si fa ad evitare che questo avvenga e a liberarci una volta per tutte della corruzione? Una soluzione possibile ci viene dalla decentralizzazione dei processi decisionali, attraverso un metodo che (come i nostri lettori più assidui probabilmente avranno già immaginato) potrebbe benissimo assomigliare a quello che abbiamo visto descrivendo il modo in cui JUR (piattaforma blockchain di legaltech) gestisce e risolve le controversie tra le parti. In pratica quello che possiamo facilmente immaginare è che sia un network composto da tutti gli uffici tecnici di tutti i comuni italiani a prendere collettivamente le decisioni. Quando si tratterà quindi di scegliere il progetto (punto uno) o di assicurarsi che i passaggi realizzativi dell’opera (punto quattro) siano eseguiti a regola d’arte sarà l’intera rete a partecipare ai processi decisionali, a scegliere quindi il progetto da realizzare e a validare i vari passaggi (tutti adeguatamente documentati come abbiamo visto nel paragrafo precedente) durante la fase di realizzazione dell’opera e, eventualmente, al richiedere l’attivazione di un’ispezione fisica sul cantiere. Dalla partecipazione attiva alla rete i vari uffici tecnici potranno ricavare una ricompensa che potrà poi essere spesa dai vari comuni per realizzare nuove opere nel proprio territorio e il sistema premierà i tecnici che avranno preso le decisioni migliori che, inevitabilmente come abbiamo visto nel caso di JUR, sono anche quelle meglio motivate sotto il profilo tecnico. Se, ad esempio, le dimensioni delle barre d’acciaio utilizzate per la realizzazione delle fondamenta non apparissero consone ai criteri di costruzione previsti dal progetto la maggior parte dei tecnici che prenderanno in visione la documentazione non potrà fare a meno di segnalare la cosa e richiederanno quindi un’ispezione fisica al termine della quale, appurata la magagna, uno smart contract procederà a erogare una penale all’impresa costruttrice (o a revocare proprio la commessa) e al contempo una ricompensa per i tecnici che avranno richiesto l’ispezione mentre procederà a emettere un “malus” per i tecnici che dovessero aver omesso di segnalare il problema o che (ancora peggio) avessero dato il loro assenso all’utilizzo di quelle barre chiaramente inadeguate per la realizzazione delle fondamenta.

Conclusioni

Mi rendo conto che probabilmente quanto scritto in questo articolo potrà sembrare fantascientifico a molti lettori e che sicuramente stiamo parlando di realizzare una serie di piattaforme informatiche altamente innovative ed integrate tra loro caratterizzate da una complessità così elevata da non sembrare possibili nell’immediato futuro; la verità però è che gran parte della tecnologia descritta in questo articolo è già ora disponibile, e sono moderatamente sicuro che nei prossimi anni (diciamo cinque, se proprio sono costretto a definire un limite di tempo) inizieranno a spuntare come funghi soluzioni capaci di garantire una gestione degli appalti molto simile a quella che ho avuto modo di descrivere in questo articolo. Del resto le piattaforme di e-procurement esistono già ora e (strano a dirsi) l’Italia si è già mossa per dotarsi di questa tecnologia (basti pensare a Consip o a EmPULIA), così come pure la tecnologia blockchain è ormai abbastanza evoluta e, come abbiamo avuto modo di constatare, esistono già progetti (abbiamo citato JUR, che però si occupa d’altro) il cui funzionamento potrebbe benissimo sostenere un modello di questo tipo. Diverso il discorso per quanto riguarda il cognitive-procurement e l’intelligenza artificiale necessaria a sostenere questo tipo di tecnologia; in questo caso servirà sicuramente ancora un po’ di tempo per pervenire a un’AI capace di gestire autonomamente e in maniera perfettamente funzionale un modello come quello che abbiamo descritto, tuttavia è ragionevole pensare che sia solo questione di tempo (e parliamo ormai di anni, neanche di decenni) prima che inizino a comparire sul mercato soluzioni perfettamente funzionanti. Se così sarà, e c’è da augurarselo, vorrà dire che ci saremo finalmente dotati degli strumenti indispensabili per sradicare in modo definitivo la corruzione (con tutto ciò che ne consegue) dalla nostra società e quello sarà un gran giorno per la nostra democrazia, oggi così duramente provata dal malaffare dilagante.

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